Riprende la Pirandelliana all’Aventino

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Riprende la Pirandelliana all’Aventino

Quest’anno dopo lo stop causato dal Covid-19 riprende la Pirandelliana dall’8 luglio all’8 agosto, grazie all’abnegazione di Marcello Amici e della compagnia La Bottega delle Maschere.  In scena quest’anno, “Così è (se vi pare)” e le novelle “Il figlio cambiato” e “La giara“, a giorni alterni. Visum ha incontrato Marcello Amici.

Marcello Amici
Marcello Amici

Quest’anno dopo lo stop causato dal Covid-19 riprende la Pirandelliana, grazie all’abnegazione di Marcello Amici e della compagnia La Bottega delle Maschere. In scena quest’anno, “Così è (se vi pare)” e le novelle “Il figlio cambiato” e “La giara“, a giorni alterni. Visum ha incontrato Marcello Amici

 

La giara
La giara

 

La manifestazione si svolge dall’8/07 all’8/08 e finora ha visto la presenza di 130.000 spettatori. E’ diretta da Marcello Amici, attore e regista, che abbiamo intervistato per farci raccontare le commedie che metterà in scena quest’anno, “Così è (se vi pare)” e le novelle “Il figlio cambiato” e “La giara“, a giorni alterni.

 

Qual è la morale di questa commedia e di queste due novelle?

Marcello Amici
Marcello Amici

La morale! Non è una gran filosofia affermare che siamo come gli altri ci vedono, ma non per questo si può stare quieti a pensare, che c’è sempre uno che si affanna a persuadere gli altri che noi siamo come ci vede lui. Sono capolavori  – spiega Amici – non per il dettato filosofico, ma perchè anticipano, nel caso di ‘Così è (se vi pare)’ meglio di ‘Sei personaggi’ il nuovo teatro. La regia si è collocata tra i personaggi e il dramma che urge in loro, ne ha esposto il delirante narcisismo logico, ha scomposto volumi e colori, ha risolto il gioco tra le maglie di un cubismo e la suggestione delle gelide geometrie di un teorema, ha giustificato la lucidità implacabile dei contenuti con una scenografia torturante. Stilizzati, espressione di certi anni, i costumi”.

 

Quali sono le emozioni che accompagnano ogni anno il ritorno sulla scena?

Marcello Amici
Marcello Amici

La regia sa che tutta la storia è stata generata dalla terra in cui è nato Pirandello e come una madre partorisce un figlio, pone in luce ogni immagine trasmessa per mettere lo spettatore nel clima della favola. Non ci sono maschere – sottolinea Amici – nè travestimenti intellettualistici, perché il teatro deve ricevere e rappresentare una favola, come un prodigio che si appaghi di sè senza più chiedere niente a nessuno. Le emozioni che accompagnano il ritorno in scena nel Giardino di S. Alessio all’Aventino sono sempre le stesse; si pensa all’effetto che farà questa nuova lettura di Pirandello. In particolare io penso all’effetto ‘Il figlio cambiato’“.

 

C’è un opera a cui è più affezionato in questi 25 anni e che ha preferito più delle altre?

Marcello Amici
Marcello Amici

‘I giganti della montagna’. E quest’anno ancora di più perchè sono partito dalle spinte che muovono il capolavoro di Pirandello per mettere in scena – è una prima mondiale! – ‘Il figlio cambiato’. Ho quella piacevole ansia della ‘prima’. La sottrazione continua di certi valori, della nostra identità, delle nostre radici, è una crepa che minaccia seriamente tutto l’infinito che è negli uomini. Il teatro della Favola può ricollegare lo spettatore alle verità della sua fantasia. ‘La giara’, invece, sta lì come una metafora della trappola esistenziale da cui è possibile evadere solo con un guizzo beffardo“.

 

Giancarlo Leone

 

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