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    Categories: Arte

Il Tesoro ritrovato a Corinaldo

Panoramica della fossa corredo della cosiddetta Tomba del Principe di Corinaldo (Fotografia di P. Giorgi)

A Corinaldo (AN) c’è il ritrovamento della tomba del Principe di Corinaldo, ritrovamento di una tomba etrusca con tutti i suoi arredi. La mostra si tiene nella Pinacoteca Comunale fino al 20 gennaio 2022, per ricordare questa importante scoperta. E’ curata da Federica Boschi e Ilaria Venanzoni.

Schiniere in Bronzo

Corinaldo rende omaggio con quest’esposizione a questa importante scoperta, avvenuta nel suo territorio con il progetto e obbiettivi futuri, che accoglie nel luogo dove sono stati rinvenuti, una selezione di reperti che dopo il necessario periodo di studio, raccontano questa scoperta non solo agli addetti ai lavori, ma al pubblico che diviene ogni giorno più interessato. Sono 12 pezzi appartenuti alla tombe nella necropoli picena che dopo studi, si vedono con indagini, disegni ricostruttrici e fotografie di scavo, collegati al rango del defunto e alla ritualità funeraria del Principe di Corfinaldo.

 

 

Elmo a calotta composita in bronzo

Dopo tre anni dallo scavo archeologico a Corinaldo in località Nevola, è stata riportale alla luce una necropoli picena, con una tomba principesca che risale al VII secolo. a. C. La mostra intende far conoscere la ricerca, la scoperta fino alla valorizzazione che ha dato vita al progetto per prestarne i risultati e le metodologie adottate. Questa mostra è promossa dalla Regione Marche in collaborazione con la Sovrintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio delle Marche e con l’Università di Bologna.

Vaso biconico in ceramica d’impasto

 

In effetti le Marche sono dirette dal Dipartimento di Storia cultura e Civiltà di questo Ateneo e si inseriscono nel progetto Archeonevola. Questo programma iniziato nel 2017 vuole arrivare allo studio della Valle del Nevola e delle sue antiche dinamiche di popolamento, cercando con un’esplorazione territoriale non invasiva, dando molto spazio all’analisi aereofotografica e alle prospezioni geofisiche per la mappatura del suolo, unite alle modalità tradizionali degli scavi archeologici e ricognizioni di superficie, tutti metodi che sono stati utilizzati anche a Corinaldo.

 

Coperchio con presa plastica in ceramica d’impasto

La scoperta, infatti nasce da una traccia circolare simile a quelle dei fossati rinvenuti nelle necropoli di Matelica e Fabriano. Poi una campagna di immagini non invasive ha permesso di scoprire subito quanto era sepolto e poter programmare con rapidità le operazioni di scavo. Così sono tornate alla luce i resti di un antico monumento funerario contornato da un grande fossato circolare, con una fossa deposito ricolma di oggetti di corredo, collocandolo nell’ambito aristocratico, culturale e politico e militare del VII secolo a.C.

Ruota in ferro del carro in seguito ad intervento di restauro

Documenteranno tutte le fasi dello scavo, il lavoro degli archeologici, restauratori, specialisti e tecnici oltre ad una selezione di reperti, disegni, ricostruttivi, le immagini del fotografo specialista Pierluigi Giorgi. Anche i restauri sono di grande interesse, eseguiti dalla partecipazione del corso di laurea magistrale dei Beni culturali dell’università di Bologna a Ravenna e all’importante lavoro di restauratori professionisti, come Mirco Zaccaria e Paolo Gessani del Laboratorio di Restauro del Museo Civico Archeologico A. Casagrande di Castiglione di Susa.

 

Kantharos in ceramica di impasto

Sono stati selezionati per l’esposizione solo dodici reperti tra il gran numero di oggetti ritrovati che però danno bene l’esempio della ricchezza della tomba, dell’importanza del personaggio e il suo potere politico: il carro simboleggia il possesso del territorio; un elmo e uno schiniere celebrano il suo potere politico e militare, la ricchezza del banchetto funebre, viene evocato dall’ascia, dagli spiedi e dagli alari.

Bacile in ceramica d’impasto

Una mostra interessante che racconta questa importante scoperta archeologica e mostra ai non addetti ai lavori tutto il lavoro che si nasconde dietro ad uno scavo, omaggiando la comunità locale che ha dimostrato profondo interesse e auspicando che il progetto possa confluire in una musealizzazione permanente.

 Savina Fermi

Savina Fermi: Appassionata d'arte, scrivo da sempre per diverse testate online, Sono una giornalista facente parte della 'vecchia guardia'. Non uso i Social per scelta.