L’Ambrosiana per Dante

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Angelo Pietrasanta, Ritratto di Dante Alighieri, inv. 532 - © Veneranda Biblioteca Ambrosiana / Mondadori Portfolio

La Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano in occasione dal settantenario della morte di Dante Alighieri presenta fino al 12 settembre 2021 una mostra di testi cronologici che vanno dal XIV secolo al XX. 

Amos Nattini, 'Dante e Virgilio in groppa a Nesso guadano il Flegetonte'
Amos Nattini, ‘Dante e Virgilio in groppa a Nesso guadano il Flegetonte’ – illustrazione alla Divina Commedia di Dante Alighieri, 1923 – © Veneranda Biblioteca Ambrosiana_Mondadori Portfolio

Con il titolo “Sfogliando la Comedia All’Ambrosiana” fino al 12 settembre 2021 la Veneranda Biblioteca Ambrosiana permette di visionare testi che vanno dal XIV secolo al XX.  La rassegna è stata curata dal Collegio dei Dottori dell’Ambrosiana. Il percorso espositivo inizia con il celebre codice miniato della Divina Commedia che risale alla fine del XIV secolo, noto come Chiose ambrosiane che venne asportato dal Napoleone per il suo valore nel 1796 e che ritornò a Milano dopo il Congresso di Vienna. Vicino a questo si può vedere il Commento alla Comedia del XV secolo redatto da Piero Alighieri il figlio che Dante ebbe dal matrimonio con Gemma Donati. Il Comento si sforza di adattare il capolavoro dantesco ai capolavori della travatura classica e con gli scritti dei Padri della Chiesa degli Scolastici. Il resto è scritto in latino e si capisce che era e destinato alle persone colte.

 

Giuseppe Bertini, Vetrata Dantesca, inv. 59 – © Veneranda Biblioteca Ambrosian_Mondadori Portfolio

 

 

Negli incunaboli la più importante e preziosa è l’edizione realizzata a Venezia ne 1481 con commento di Cristoforo Landino, che all’interno ha 100 incisioni in legno, il cui disegno è attribuito al Mantegna. Ebbe larga diffusione poiché era una visione interpretativa del testo, molto semplice adatta alle persone di media cultura, nonchè celebrativa della città di Firenze.

 

 

Giuseppe Bertini, Vetrata Dantesca, inv. 59 – © Veneranda Biblioteca Ambrosiana_Andrea Pignagnoli_Mondadori Portfolio

 

Nella sezione del Cinquecento la più importante è la famosa stampa di Aldo Manuzio de1501, curata dal Bembo che ha per la prima volta usa il carattere corsivo. Tra le opere del settecento c’è quella di Antonio Zatta del 1759 dedicata a Elisabetta Patrowna imperatrice russa, molto amante di Dante, illustrata da belle incisioni e nell’800 c’è quella dedicata a Luigi Mussi scritta in caratteri di tipo bodoniano.

 

 

 

 

Chiose ambrosiane, Membr., mm 330×220, cc. 156, sec. XIV 4 – [C 198 inf.]
La mostra si chiude con la stampa del Poema – Firenze all’Insegna dell’Ancora, del 1817 -1819 dedicata al Canova recante 125 grandi xilografie. Per questa occasione, è allestita davanti alla famosa vetrata dantesca eseguita da Giuseppe Bertini per l’esposizione Universale di Londra del 1851, con uno spazio dedicato alla visione delle tavole della Commedia approntate nel periodo che va dal 1919 al 1939, da Antonio Nattini, eseguite su suggerimento di Gabriele Dannunzio.

Questo per citare solo le opere più importanti.

Savina Fermi

 

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