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    Categories: Arte

Il Mudec e la grande strada INCA

Frammento di mantello femminile con decorazioni policrome geometriche (dettaglio) Perù, Dipartimento di Arequipa Cultura Inca/Chuquibamba, secc. XV/ XVI Lana di camelide (arazzo a faccia di trama) Coll. Mazzoleni - Museo delle Culture, Milano [PAM 01626]

Il MUDEC Museo delle culture di Milano ha proposto la grande mostra Qhapan Nan la grande strada inca. Si riferisce ai reperti archeologici del periodo INCA, ante conquista rinvenuti dopo gli scavi. E’ in 7 sezioni ed è stata curata da Carolina Orini conservatrice delle raccolte archeologiche e etnografiche del museo delle Culture. La mostra attualmente è chiusa e rinviata a data da destinarsi per le recenti restrizioni Covid.

Bottiglia in terracotta con camera globulare Perù, Dipartimenti di La Libertad o Lambayeque Cultura Chimú/Inca, secc. XV/ XVI Terracotta (stampo) Museo delle Culture, Milano [PAM 00104]
Il MUDEC che possiede straordinari reperti INCA ha proposto una grande mostra dedicata a far conoscere Qhanan Nan la straordinaria strada che il popolo Inca ha costruito o meglio fatto costruire alle popolazioni indigene per crearla, attraverso i reperti che il bellissimo museo possiede.  Si tratta di una strada lunga 30.000 chilometri che andava e va dall’Ecuador fino all’Argentina, in effetti si chiamava strada reale degli Inca e questa grande impresa ingegneristica con i ponti sospesi è dei periodo pre-conquista ossia XV-XVI secolo.

 

 

La restauratrice Cinzia Oliva e la conservatrice del MUDEC Carolina Orsini studiano la ricomposizione del frammentario mantello femminile Inca/Chuquibamba.

Naturalmente non tutti la conoscono, ma si pensi che nel 1532 il giornalista spagnolo Pedro Cesa de Léon scriveva che la strada era decisamente più importante di quella che i romani avevano costruito attraverso le Alpi. La mostra si divide in sette sezioni ciascuna esplicativa di questo vero gioiello. Ora ci sono strade che dividono i vari stati che si sono creati, ma all’epoca era una realtà straordinaria che aveva la vastità di 1.000.000 metri quadrati occupata da 10-12 milioni di abitanti tutti sotto il dominio INCA, una popolazione controllata grazie ad un insieme di aggressività e molta diplomazia.

 

Marco Demmelbauer, della Fondazione Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, sovrintende con la conservatrice del MUDEC Carolina Orsini agli interventi sui vasi inca della restauratrice Maria Facchinetti

La seconda sezione si riferisce alla geografia del territorio andino che va dalle coste desertiche alle Ande, alla foresta di montagna alla grande selva amazzonica. La terza sezione invece parla delle civiltà che hanno preceduto quella INCA. Cosa molto interessante che non viene quasi mai presa in considerazione. Sono culture complesse che dal terzo millennio prima di Cristo furono in grado di costruire grandi agglomerati urbani.

 

 

 

Particolare di alpaca, in prestito dal Museo di Storia Naturale.

Nelle sezioni quattro, cinque, sei c’è lo sviluppo del cammino dei caminos de Llano, cammino di pianura con le varie stazioni di posta, i celebri ponti sospesi che servivano a superare le gole profonde, che sono caratteristiche del territorio Inoltre viene illustrato il Qhapan Nan, che fece da unione di un impero vasto ed era fondamentale per poter controllare le varie popolazioni sottomesse… Ancora oggi la grande strada andina è considerata per l’‘importanza del territorio dal punto di vista geografico.

 

 

Una vetrina dell’allestimento sulla sezione delle culture che precedettero gli Inca nel territorio delle Ande centrali.

La settima e ultima sezione presenta una video-installazione che racconta della scoperta di un inedito tratto di strada del nord ovest dell’Argentina a Moros in provincia di Santa, che conduce a numerosi siti e in particolare a tre tambos e u, chasquiwasi di epoca andina. Tutto questo viene dimostrato tramite 50 reperti eccezionali che fano parte delle collezioni del MUDEC, ognuno con una beve descrizione tramite testi e mappe. Un’esposizione che mette in rilievo un patrimonio culturale fin’ora dedicato agli esperti.

Anna Camia

Anna Camia: