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Il Bargello celebra Dante

Dopo il video sui canali sui Canali Social You Tube e sulla pagina FB della Galleria dell’Accademia e del Museo del Bargello, dove il Direttore Cecilie Hollberg con Paola D’Agostino hanno ben presentato L’Albero della vita di Pacino da Buonaguida trasmesso dal 25 marzo scorso in occasione del Dantedì, ora tocca al Bargello celebrare i settecento anni della morte del Sommo Poeta, con una mostra che apre il 25 aprile 2020

L’Albero della vita di Pacino da Buonaguida, opera monumentale su tavola a fondo oro e relativo testo miniato si potranno ammirare di persona poiché il 25 aprile prossimo si dovrebbe aprire la mostra al Museo del Bargello. Il monumentale dipinto dell’Albero della vita che Pacino da Buonaguida pittore e miniatore ha realizzato della Comedia, fu miniato ed assemblato in ben 25 copie che lo stesso dipinse nella sua bottega i primi anni del Trecento e che servì a diffondere il teste per farlo conoscere con grande successo. La mostra è titolata Onorevole e Antico Cittadino. Il Bargello per Dante”.

 

Al centro della tavola a cuspidata è posto il Cristo in croce appoggiato su un libero che ha 12 rami dove sono appesi come se fossero frutti, quattro medaglioni per ramo con la vita Di Cristo, l’ultimo a destra ne ha solo uno poiché in alto sulla cuspide c’è la scena dove il Salvatore e la vergine in trono sovrastano posti su quattro strati, il gruppo di santi, angeli, angeli e beati. In basso si trova la storia della Genesi, mentre sul registro immediatamente superiore, a destra le storie di Mosè e San Francesco. Iniziando a sinistra, ci sono le storie di Santa Chiara e San Giovanni Evangelista. L’Albero è posto su una roccia dove sussiste una caverna dove si vede un francescano che è con un libro in mano aperto, probabilmente si tratta dell’autore del testo San Bonaventura.

L’opera fu creata per il Monastero delle Clarisse di Monticelli, e poi venne mandato a Firenze in via dei Malcontenti, dove le suore si erano trasferite. E’ rimasto in sito dal 1531 nella sede fuori di Porta Rana e lì rimase fino alle soppressioni napoleoniche del 1808. In seguito fu portata nella sede di Montedomini, dove fu trovato nel1841. Nel 1851 era presente nelle Esposizioni delle Gallerie dell’Accademia.

 

 

L’attribuzione a Pacino da Buonaguida si deve allo storico dell’arte tedesco Henry Tieode, nel 1885. La tavola fa comprendere l’interesse di Pacino verso Giotto e il suo Crocefisso posto nella chiesa di San Felice a Firenze da Giotto appena rientrato da PadovaUna mostra che Covid 19 permettendo, vale la pena di visitare.

Savina Fermi

Savina Fermi: Appassionata d'arte, scrivo da sempre per diverse testate online, Sono una giornalista facente parte della 'vecchia guardia'. Non uso i Social per scelta.