Radiovisione è boom, secondo il Censis

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La radiovisione ha fatto il pieno di ascolti, lo certifica un dato Censis secondo cui sono 19 milioni gli italiani seguono programmi radiofonici in formato video attraverso uno schermo: tv, smartphone o pc, con un aumento dell’8% rispetto all’anno scorso. 

Questo trend è emerso nel corso del webinar CensisLa transizione verso la radiovisione’, che si è svolto recentemente in diretta streaming, moderato da Massimiliano Valerii, Direttore Generale Censis, con la partecipazione di Emilio Carelli, Commissione parlamentare di Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi, Maurizio Gasparri, membro Commissione parlamentare di Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi, Roberto Arditti, Direttore Editoriale Formiche e del giornalista Davide Giacalone.

Nonostante l’epidemia di Covid-19, la radio resta saldamente fenomeno di massa, capace di coniugare continuità e innovazione. Sono, infatti, più di 41 milioni gli italiani che seguono programmi radiofonici. Di questi, 27 milioni utilizzano anche dispositivi alternativi all’apparecchio tradizionale e all’autoradio. Numeri che dimostrano come la radio sia riuscita a rigenerarsi nel tempo, ibridandosi con gli altri media e sintonizzandosi sui nuovi stili di vita degli italiani.

Il Boom della radiovisione.

La radiovisione, dice la ricerca Censis, è una realtà in crescita, che sta vivendo un vero e proprio boom, grazie alla modalità simulcast crossmediale, cioè alla possibilità di fruire dei contenuti radio contemporaneamente su qualsiasi dispositivo. Sono circa 19 milioni gli italiani che seguono programmi radiofonici in formato video attraverso uno schermo: tv, smartphone o pc. Di questi, quasi 11 milioni seguono la radiovisione sugli schermi tv. La visual radio non è un fuoco di paglia, destinato a spegnersi dopo la pandemia, ma è fortemente in sintonia con le aspettative degli italiani.

Il passaggio dal mezzo ai contenuti è compiuto.

Un dato è certo. Oggi quello che conta non è l’apparecchio radio in sé, ma i contenuti, di cui gli utenti vogliono poter fruire attraverso qualsiasi device, in ogni luogo, in qualsiasi momento, per intero o a spezzoni, in diretta e on demand. Il 59% degli italiani associa alla radio determinate trasmissioni che seguirebbe anche su device diversi dall’apparecchio tradizionale.

La crossmedialità non si discute.

Altra certezza che emerge dalla ricerca Censis è che la crossmedialità non si discute. L’89% degli italiani, è convinto che la partita degli ascolti si vinca sul piano della qualità dei contenuti e dei programmi proposti, e non su quello degli apparecchi che li veicolano. L’87% pensa che la multicanalità, sia la logica evoluzione dei cambiamenti intervenuti negli stili di vita e nelle modalità di consumo della popolazione. Il 72% vuole poter seguire i contenuti radio in qualsiasi momento della giornata e in ogni luogo, a prescindere dal device utilizzato.

Buona radiovisione  a tutti!

Carlo Salvatore

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