Mangiaterra e Marcucci in mostra a Urbino

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Bruno Mangiaterra La Scuola di Atene 2020

Con il titolo “Mangiaterra Marcucci Da principio urbinate” si è aperta e lo resterà fino al 13 dicembre 2020, salvo proroghe dovute alla chiusura per Covid-19, nella Casa di Raffaello a Urbino la mostra di Bruno Mangiaterra e Bruno Marcucci pittori che hanno seguito la rivoluzione artistica degli ultimi anni ‘60 del Novecento.  

Bruno Marcucci Nero 2019

La Fondazione Alessandro Bigi Luperti e l’Accademia di Belle Arti di Urbino hanno promosso questa mostra a cura di Alberto Mazzacchera con il patrocinio del Comune e Accademia di Belle Arti, il contributo della Regione Marche e il sostegno degli sponsor Brun Fine Arts London e Azienda Moretti Ugo, per far comprendere  il lavoro di questi artisti dai i famosi anni ’60 e lo sviluppo che ha avuto nel tempo  la loro arte.

All’Accademia costituita nel 1967 e guidata poi da Concetto Pozzati sono arrivati entrambi alla fine anni ’60 immaginando quanto affermato da Concetto Pozzati che nel 1967 diceva: “In modo da contribuire alla formazione dell’artista come tecnico-professionista e come intellettuale”. Una formazione ampia di formare i nuovi studenti nelle discipline dell’arte.

Bruno Marcucci Iceberg 2020

 

 

In questo periodo le opere dei due artisti sono assolutamente simboliche. Del momento si possono ammirare di Mangiaterra  Sottobuoto e cuscino, Cuore di piombo del 1972, Al volo del 1973, mentre di Marcucci i Senza titolo del1972-73 e Sentimento vetrocamera del 1975, mentre nelle due sale personali sono esposte  le creazioni degli ultimi anni.

 

 

Bruno Mangiaterra Senza titolo 2019

Bruno Mangiaterra arriva a creare un percorso nel bosco simbolico del sentimento sacrale e religioso e il suo essere nel tempo intrigo iniziatico. E’ un’avvincente relazione con il testo Les aventures  du philosophe inconnu et la recherche et l’invention de la pierrnre philosophale stampato nel 1646 opera del vescovo alchimista Jean Albert Belein. Il protagonista alla ricerca della pietra filosofale, della conoscenza nascosta, un giorno va in un boschetto con un testo di filosofia. All’improvviso gli appare la Sapienza che gli spiega come la Pietra, sia alla portata degli uomini cioè coloro che vogliono ragionare. Così Mangiaterra immagina un bosco fitto di canneti dove le idee dipinte sotto forma di lingue doraste, permettono di sognare nuovi orizzonti, fa comparire sulle calcografie sul libro d’artista Elegia dalle pietre del 2020 proprio la pietra filosofale, dipinta su carta, spesso di tipo scenografico, che, sembra senza forza di gravità. Un fluttuante lavoro in sospensione temporanea. Tre grandi pietre poste vicino alla Scuola di Atene, hanno la potenza di far vedere al visitatore la superficie della pittura. Soprattutto hanno l’intento di far capire che la conoscenza può far liberare dalla schiavitù.

Bruno Mangiaterra: Senza titolo 2019 ( serie 2)

Bruno Marcucci partendo dall’ultimo periodo è rappresentato dalla serie pittorica iceberg del 2019-2020 che sono l’evoluzione della tematica svolta in più anni senza ripetizioni. Dalle varie riflessioni si dipanano le stravaganti riflessioni che prendendo corpo liberando una strana forza che cambiano cromia, creano una strana energia mentale. Ecco allora il ciclo dei Palinsegn segni liberti e composi. Il procedimento permette di far emergere i segni nascosti nell’acrilico, rendendo un miglior respiro all’opera. Negli ultimi mesi è prevalso il segno nero e grigio con qualche striatura di un leggero bianco. Gli iceberg degli ultimi tempi negano il nero assoluto, a volte compare i colore azzurro.

Le opere dei due artisti ora così differenti celebrano l’Anno dedicato a Raffaello.

Anna Camia

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