Gli orologi del Diavolo su Rai1

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Ancora un ruolo intenso per Giuseppe Fiorello in una fiction tv. E’, infatti, il protagonista di “Gli Orologi del Diavolo” su Rai1 per quattro lunedì.

Parte il 9 novembre la nuova avventura di Giuseppe Fiorello su Rai1 come protagonista della fiction “Gli Orologi del Diavolo” in otto puntate. “Il personaggio che interpreto – dice Fiorello – Marco Merani, un motorista nautico che si ritrova a essere il primo infiltrato civile tra i narcotrafficanti, è ispirato alla storia vera di Gianfranco Franciosi una scelta di grande coraggio civico”.

Non aspettatevi la solita fiction, questa storia non ha nulla da invidiare a quelle americane o britanniche tanto osannate dalla critica: le scene sono mozzafiato, è adrenalina pura, i colpi di scena si sprecano” dice l’attore. “Marco Merani – prosegue l’attore siciliano – è un uomo normale che però ha fatto qualcosa di straordinario, non dimentichiamo che all’epoca dei fatti accaduti era un ragazzo giovane di 25 anni sposato con una figlia, ma che non si è tirato indietro, e alla fine ha pagato un prezzo altissimo”.

 

La serie è diretta da Alessandro Angelini e prodotta da Picomedia di Roberto Sessa, in collaborazione con Rai Fiction e in associazione con Mediaset España, Mediterraneo e Rai Com.

 

Il cast della Fiction

La fiction vanta un cast internazionale: Giuseppe Fiorello, Alvaro Cervantes, Nicole Grimaudo, nei panni di Flavia, la moglie di Marco, e Claudia Pandolfi, che interpreterà Alessia, la donna che si avvicinerà a Marco dopo la fine del suo matrimonio, Marco Leonardi, Carlos Librado Nene“, Alicia Borrachero, Gea Dall’Orto e Fabrizio Ferracane.

Il produttore Roberto Sessa, tiene a dire: “considero gli Orologi del Diavolo come un figlio. Ho impiegato 4 anni a metterla a punto, a coinvolgere i partner stranieri, è costata complessivamente 10 milioni. Sul set si girava metà in Italiano e metà in spagnolo. Non poteva che essere interpretata da Fiorello, senza di lui non si sarebbe realizzata, ma era una storia che non poteva non essere racconta. Poi, tiene a precisare, andare in onda in Spagna, in Italia solo sui canali Rai e non su Mediaset, abbbiamo lasciato un finale aperto. Se andrà bene come ci auguriamo siamo pronti a una seconda stagione”.

La Trama della fiction

Marco Merani (G. Fiorello) è un meccanico abile ed esperto nella preparazione e modifica di motori per le imbarcazioni. Persone poco affidabili gli commissionano un lavoro su dei gommoni, lasciando una forte somma come anticipo. Marco si insospettisce e chiede aiuto a un suo amico poliziotto. La polizia lo convincerà a partecipare nelle indagini e Marco diventerà un infiltrato nell’organizzazione criminale del narcotraffico.

Si ritrova così a lavorare per la polizia europea, riempiendo le imbarcazioni di microspie e gps e a registrare le conversazioni; nello stesso tempo compie viaggi in Sudamerica per il traffico di droga ed entra nelle grazie di Aurelio, capo del “cartello” dei Campos, famiglia che gestisce la distribuzione della cocaina in Europa. Saranno anni difficili per Merani e la sua vita verrà sconvolta totalmente.

Nella realtà storica il protagonista della vicenda perderà tutto: l’amore della sua donna, la famiglia, il lavoro. Persino la libertà, quando finisce in carcere vicino a Marsiglia e ci rimane quasi un anno perché bruciare la copertura vorrebbe dire condannarsi a morte. Quando finalmente la polizia conclude il più grande sequestro di droga mai avvenuto in Europa, Gianni è pronto a riprendersi la sua vita, ma Aurelio sfugge all’arresto e vuole vendetta. È l’inizio di un incubo che continua ancora oggi.

Da dove viene il titolo della fiction

Il titolo “Gli orologi del diavolo” fa riferimento appunto agli orologi Rolex che il boss supremo del narcotraffico regalava ai suoi affiliati. “Un aspetto che vogliamo anche raccontare – spiega Fiorello – è che all’inizio quest’uomo è sotto protezione, poi lui come tanti visti, viene un po’ abbandonato a se stesso. Quando è venuto sul set è stato generosissimo, ci ha aiutato ma era in incognito, nessuno sapeva chi fosse, pensavano a un macchinista, un tecnico. Io stesso, ma nessuno è a conoscenza di dove viva, come si muova, ci contatta lui”.

Carlo Salvatore

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