Burraco fatale al cinema

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Eugenia, Irma, Miranda e Rina sono amiche per la pelle e si vedono ogni pomeriggio per giocare a burraco. Per loro è una vera passione ma anche l’occasione di incontrarsi scambiandosi emozioni e raccontarsi la vita che, con fortuna e soddisfazione altalenante, stanno portando avanti. Un po’ Casalinghe disperate un po’ Sex and the city le 4 donne che vivono ad Anzio invece che a New York, e preferiscono robuste tisane ai Cosmopolitan, con le più disinibite cugine americane hanno in comune la ricerca del grande amore.

Irma (Claudia Gerini) ha un marito prestante e infedele, che non ha il coraggio di lasciare per non dover affrontare la solitudine. Eugenia (Angela Finocchiaro) vive il suo rapporto matrimoniale come una geisha sempre al servizio del proprio marito. Rina (Paola Minaccioni) è un’affermata notaio, cleptomane e con il vizio del gioco e degli uomini, Miranda (Caterina Guzzanti) ricca vedova che vive o meglio, litiga con la suocera Sibilla, detta anche ‘cobra’ o ‘iena’, (Loretta Goggi) sembra aver rinunciato a rifarsi una vita.

 

Burraco fatale (al cinema dal 1 ottobre) con la regia di Giuliana Gamba (che pratica con passione il gioco del burraco!) è una commedia romantica dove non si teme di tirare in ballo nientemeno che il Principe Azzurro, anzi di basare un’intera storia sulla figura del salvatore di fanciulle in difficoltà, ed è così che Nabil (Mohamed Zouaoui) si presenta a Irma. Rimasta appiedata in attesa dell’arrivo del marito (che nel frattempo si trastulla invece con una giovane compagna di tennis) incontra un pescatore di origine marocchine che si offre di darle un passaggio sulla sua Apetta.

Giovane, bello, abbronzato e, neanche a dirlo, con gli occhi azzurri Nabil colpisce dritto al cuore di Irma che comincia, timidamente, a fantasticare sul giovanotto che, a sua volta, la ricopre di attenzioni. L’affair tra i due sembra destinato a non iniziare neppure (differenza d’età, distanza sociale) ma l’ennesima prova dei tradimenti del marito convince Irma non solo a chiedere il divorzio ma anche ad accettare la convivenza (scopo matrimonio) proposta da Nabil. Che scopriamo essere un principe con tanto di principesco castello in Marocco.

Tra sfarzi, incensi e molli tappeti orientali la favola d’amore sembra prendere il volo finché Irma, dopo una notte di passione scopre che Nabil ha già due mogli, che sono anche le sue cugine. Inorridita, la donna torna ad Anzio dalle amiche, pronte a consolarla catapultandola in una nuova emozionante avventura: il Torneo Nazionale di Burraco. Tutto finito? Al contrario, è proprio durante il torneo che la vita delle 4 amiche è destinata a cambiare.

Con un cast principale tutto al femminile (quattro attrici più una, la spumeggiante Loretta Goggi) impegnate a divertire il pubblico, il film regala un’ora e mezza di leggerezza condita da romanticismo. E in un periodo in cui c’è ben poco da ridere Burraco Fatale rivendica la libertà, almeno, di sognare! Ma le donne sognano ancora il principe azzurro?

 “Come mamma di due femmine – dice Claudia Gerini – cerco di togliere dalla testa delle mie figlie l’idea del Principe Azzurro. Ma non credo sia più un mito delle ragazze di oggi, forse resiste ancora per le donne della nostra età. La verità è che un sentimento come l’amore ti accende, ti stimola ad essere migliore, quando ami ti piaci di più. Quindi il Principe Azzurro non è uno che ti salva o ti risolve la vita ma va inteso come stimolo a volere di più dalla propria vita, a volersi più bene”.

Il problema del Principe Azzurro – dice Paola Minaccioni – è che crea aspettative e le aspettative rovinano i rapporti. L’uomo dei sogni o principe azzurro è quello che ti amerà per sempre e che sarà sempre perfetto. Se è questo che ti aspetti non puoi che  andare incontro a una delusione”.

 

L’aspettativa mortifica la gioia – dice Guzzanti – meglio aspettarsi molto solo da se stessi”.

Più incline a lasciarsi trasportare dal romanticismo la regista Giuliana Gamba:“ tutti abbiamo voglia di sognare. Sognare e sperare sono, con l’innamoramento, tra i sentimenti più forti”.

Ludovica Mariani

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