I Kakemono al MUSEC di Lugano

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Al Museo delle Culture di Lugano è in corso e resterà aperta fino al 21 febbraio 2021 una grande mostra dedicata ai Kakemono dipinti di grande pregio giapponesi con 90 opere che vanno dal XVI al XX secolo. E’ curata da Matthi Forrer Catalogo Skira.

Nel Museo delle Culture di Lugano c’è una grandiosa mostra dedicata ai Kakemono, tipo di dipinto giapponese di estrema delicatezza che essendo realizzato su carta intelata, è delicatissimo. Si tratta di un lungo rettangolo che si può arrotolare tenuto da due bacchetta agli estremi, stampato o calligrafo in maniera diversa secondo il periodo, ma sempre in modo delicatissimo. I Kakemono servivano anche ad essere esposti nei giardini durante la cerimonia del tè e attualmente soprattutto quelli antichi sono di notevole valore, data la delicatezza del materiale con il quale vengono realizzati.

 

Sono stati dipinti da grandi artisti e la mostra risulta esposta in maniera filologica in quanto le 90 opere inedite contengono, cinque secoli di quest’arte, collezionate dal medico torinese Claudio Perino. E’ un’arte molto amata per la sua delicatezza e riuscire a collezionarne 90 si può dire sia stata la ricerca di tutta una vita.

Il Kakemono su tessuto di carta speciale viene anche appeso alle pareti nonché utilizzato come decorazione secondo i periodi dell’anno. A differenza delle nostre tele i kakemono hanno una struttura morbida e esposti nel tempo sono molti delicati.

 

Questa mostra esposta nella nuova sede di Villa Malpensata , secondo il Direttore Paolo Campione “Eun  progetto che nasce con un ‘idea precisa raccontar cinque secoli di storia dell’arte giapponese, accompagnando per mano il pubblico in un viaggio emotivo di forme e soggetti; un viaggio capace di restituire la peculiarità non solo della pittura ma più ampiamente , della rappresentazione visiva della civiltà giapponese”.

 

 

Tra i soggetti più adoperati un tempo vi erano animali feroci come draghi, tigri o piante, fiori e uccelli che avendo significati simbolici  indicavano lo stato sociale del relativi proprietari. Gli esponenti della Scuola Khano fondarono in Giappone delle Accademie di pittura che dal XV al XIX secolo furono sostenute dai samurai poiché sia il clero buddista che i ricchi, si affidarono a loro per la scelta dei Kakemono; solo dal XVI secolo la nuova classe emergente decise di affidarsi a soggetti più naturalistici e realisti.

Per questo la mostra si divide in 5 sezioni tematiche: Fiori e Uccelli-Figure antropomorfe-Animali-Piante e Fiori, e mette in visione le opere dei maggiori artisti. Potendo si dovrebbe scrivere dippiù. La mostra andrà poi a Torino al Museo d’Arte Orientale.

Un’ interessante, preziosa e importante esposizione.

Emilia Dodi

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