Pietro Garinei: un ricordo personale!

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Come ho già avuto modo di scrivere nel mio precedente ricordo di Sandro Giovannini, attraverso quest’ultimo conobbi Pietro Garinei, durante qualcuna delle nostre “invasioni viscontine” al Teatro Sistina. Le riunioni di Direttivo, infatti, a volte le facevamo nel famoso “bunker”: il mitico quartier generale della Ditta G&G, dove nascevano idee, strategie e progetti che poi sarebbero entrati a far parte della storia del teatro.

Ovviamente Garinei al nostro arrivo salutava con squisita cortesia e ci lasciava da soli con Sandro. Il mio rapporto personale con Pietro fu inizialmente molto superficiale, anche se garbato e gentile. Un giorno andai a trovare in clinica Sandro Giovannini, e lì incrociai Pietro Garinei, che si mise subito a parlare con i medici; io mi trovavo a una certa distanza, ma non posso dimenticare l’espressione del suo volto durante il colloquio. Era serio, preoccupato, addolorato; consapevole della imminente tragedia. In quel momento compresi pienamente quanto profondo e speciale fosse il rapporto che li legava, che non era solo lavorativo, ma affettivo, fraterno.

Dopo la scomparsa di Sandro, venne nominato Presidente dell’Associazione ex Alunni del Visconti il grande regista Carlo Lizzani. E per ricordare Sandro, decidemmo di creare il “Premio Sandro Giovannini” da conferire al “romano dell’anno”, condividendo tutto il progetto con Pietro Garinei, il quale con grande generosità ed entusiasmo si impegnò a fondo nel supportare l’iniziativa. Anzi, nel primo incontro al Sistina, quando gli illustrammo l’idea del premio, ci annunciò con gioia che l’anno seguente sarebbe tornato sul palcoscenico quel capolavoro immortale che si chiama Rugantino, in omaggio all’amico fraterno e compagno di una lunga vita artistica.

Essendo io l’operativo dell’Associazione, toccava a me tenere i contatti con lui. Si sviluppò così un rapporto cordiale, amichevole, ma sempre molto formale. Qualche volta, alla fine di una telefonata, lui mi salutava con un “ciao Scirè!”.

 

 

Sicuramente sembrava più distaccato, più razionale (rispetto a Giovannini), apparentemente burbero; era invece una persona di profonda sensibilità e di gran cuore. Non posso dimenticare quando al Visconti nel 1997 premiammo Loretta Goggi: mi ero messo d’accordo con Carletto Loffredo per cantare tutti insieme “Domenica è sempre domenica”, distribuendo di nascosto fotocopie del testo a tutti i presenti. Ovviamente Pietro non se l’aspettava e quando la band e Loretta attaccarono il ritornello e tutti si misero a cantare in coro, lui si commosse visibilmente, fino alle lacrime: Sandro avrebbe detto che “gli era scappata la furtiva” (riecheggiando la celebre romanza di Donizetti).

Grazie anche a lui, abbiamo avuto modo di ospitare e premiare nomi eccelsi della “romanità”, da Alberto Sordi a Carlo Verdone, da Proietti a Trovajoli, da Montesano a Monica Vitti, da Gassman a Gigi Magni.

Garinei chiese anche di iscriversi all’Associazione Ex Alunni come “socio onorario” e in occasione di interviste o incontri, coniò un nuovo termine di grande efficacia: il “viscontismo”! Con tale parola aveva saputo sintetizzare il romantico senso di appartenenza ad un’idea che poggiava solo sul fatto di aver frequentato lo stesso istituto.

Quando iniziai a scrivere per il teatro, mi chiese di fargli leggere qualche mio lavoro: io mi schernii, ma lui mi disse: “Scirè, entrambi siamo dei “modesti artigiani” del teatro!” Parole che solo in grande può pronunciare.

Una volta, lo intervistai per Playboy Italia e, parlando di Giovannini, mi confidò: “Per ricordare Sandro ci vorrebbero venti libri. Posso dire che eravamo amici, nel senso più profondo dell’espressione. Io so che lui non mi ha mai tradito e che io non l’ho mai tradito; anche se questo è secondario, poiché, appunto, lo so solo io.”

Parlando della parte creativa, mi confessò che molto spesso nutrivano dei dubbi e discutevano su certe soluzioni o idee… dubbi che puntualmente si scioglievano soltanto la sera della prima, quando “l’applauso del pubblico ci diceva che avevamo fatto la cosa giusta”!

 

Mi raccontò anche una cosa assai curiosa e che lo divertiva molto: capitava ogni tanto che gruppi di giapponesi, facendo evidente confusione, entravano al Sistina, chiedendo all’ingresso: “Excuse me, this is the Sistine Chapel?” E lui si divertiva un mondo, a pensare che gli ignari turisti pensavano di trovare il Giudizio Universale di Michelangelo, dentro il teatro!

 

 

Mi svelò anche un dettaglio interessante che non conoscevo e che mi tocca da vicino: ovvero la storia delle due manine, con le due penne, che hanno sempre caratterizzato il “marchio di fabbrica” di Garinei & Giovannini. Il celebre logo, infatti, era stato a suo tempo concepito e disegnato da Michele Majorana, illustre e qualificato disegnatore e scenografo, nonché amico personale di “G & G”. Nato casualmente a Venezia nel 1916, Majorana era figlio del grande attore Totò Majorana, un mio conterraneo di Militello in Val di Catania (lontano parente del celebre fisico Ettore). Anni dopo ho anche conosciuto la nipote di Michele Majorana.  Quelle “manine”, sin dai primi anni Cinquanta, hanno accompagnato i grandi successi targati “G & G”.

Purtroppo per me, quando venne a mancare, io mi trovavo in Sicilia e non potei essere presente alle esequie. Seppi che anche in questa occasione, il grande Armando Trovajoli eseguì all’organo Roma nun fa la stupida stasera in versione funebre. Non mancai invece la S.Messa del trigesimo, di cui mi avvisò per tempo Franca Garofolina, l’assistente storica di G&G.

 

Dopo la sua scomparsa, andai a trovare il fratello Enzo, nel famoso “bunker” (ovvero lo storico studio di G&G al primo piano del Sistina). Mi misi a sedere, parlammo di tante cose e, quando mi alzai, alle mie spalle vidi una gigantografia di Giovannini: mi ero seduto sulla poltrona di Sandro! E di fronte c’era quella di Garinei!

Che sensazione straordinaria!

Salvatore Scirè

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giornalista e fotografo – commediografo e regista teatraleLaureato in Giurisprudenza, ha studiato lingue straniere e musica. In campo giornalistico si è occupato di vari temi, ma ha sempre prediletto il reportage geografico, formando testi e foto e pubblicando su importanti testate nazionali.E’ autore di tre libri fotografici: Roma nel cuore (Rizzoli Editore l982, prefazione di Carlo Lizzani) Gargano spettacolo della natura (Ed. Magnus 1987, prefazione di Nantas Salvalaggio) Roma colori del tempo (Il Capitello 1989 - II ediz. 2000 - prefazione di Giulio Andreotti). Ha pubblicato il saggio umoristico Donne... maneggiare con cura! (Liux Edizioni 2012)Da 22 anni scrive per il teatro come commediografo; da 16 anni si occupa anche di regia teatrale. Ha scritto una ventina di commedie, tra cui Professione separata! Ciao papà, ti presento mia madre!Cocktail di scambi; C’è un morto giù in cantina!

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