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    Categories: Arte

In the Picture al Van Gogh Museum

Vincent van Gogh, Self-Portrait, 1889, oil on canvas, 51.5 x 45 cm, Nasjonalmuseet for kunst, arkitektur og design, Oslo, picture by Anne Hansteen

Al Van Gogh Museum di Amsterdam sino al 24 maggio 2020 c’è una particolare mostra di ritratti o autoritratti di artist o quelli di un artista all’altro. Sono in esposizione 77 ritratti che vanno dal 1850 al 1920. 

Vincent van Gogh, ‘Self-Portrait with Bandaged Ear’, 1889. The Samuel Courtauld Trust, The Courtauld Gallery, London.

 

Certamente è la prima volta che il Van Gogh Museum presenta una mostra, che pur contenendo alcuni autoritratti del grande artista tra i quali, prestato dalla Courtland Gallery di Londra, l’Autoritratto con l’orecchio bendato del 1889, nonchè l’Autoritratto concesso dal Museo Nazionale di Oslo sempre del 1889, mette in luce 77 opere delle quali 53 di altri Paesi con artisti che vanno dal 1850 al 1920. E’ un’esposizione che esibisce opere di Edward Munch, Thèrése Schwartze, Gustave Courbet, Berthe Morrisot, John Singer Sargent, Francis Bacon. Si divide in grandi sezioni affrontando anche i numerosi film sulla vita dell’Artista.

Francis Bacon, ‘Homage to Van Gogh’, 1960. Göteborgs Konstmuseum. © Estate of Francis Bacon, c/o Pictoright Amsterdam, 2020

La prima, La persona dietro l’Arte, indaga il momento nel quale la ritrattista diviene sempre più popolare e qui si vedono i ritratti di artisti che si dipingono a vicenda o gli autoritratti nello studio che andavano tanto di moda. Questo è il momento nel quale i pittori mettono in evidenza le loro idee sull’arte e il loro stile di vita. La rassegna esplorando la scelta fatta dall’artista, rivela che un ritratto può essere più profondo di quanto non si pensi. Lisa Smit, curatore associato presso il Van Gogh Museum, asserisce:” L’autorappresentazione e la creazioni di immagini sono di tutti i tempi. Cosa mostriamo? E cosa nascondiamo? la mostra rivela che queste domande erano rilevanti anche nel diciannovesimo secolo”.  

Edvard Munch, ‘Self-Portrait in Hell’, 1903. Munchmuseet, Oslo

 

La seconda Van Gogh e il ritratto dell’artista . Questa è la prima volta che viene indagato un Autoritratto di Van Gogh e la scelta è caduta proprio sull’Autoritratto con orecchio bendato.  L’artista pur essendo angosciato aveva comunque la forza di dipingere e questo è il miracolo dell’arte. L’opera mostra la sofferenza, l’auto contemplazione dell’immagine e la stessa identità, che sono simili a quelli di altri artisti in mostra della seconda metà del 1800 fino alla prima metà del ‘900.

 

 

Paula Modersohn Becker, ‘Self-Portrait with Amber Necklace’, c. 1905. Paula Modersohn-Becker-Stiftung, Bremen

 

Nomi principali e nuovi volti, presenta 77 opere delle quali 53 prestate da paesi come la Francia, gli USA, Inghilterra e Svezia. Infatti oltre all’Autoritratto con orecchio bendato proveniente da Londra, c’è il famoso Autoritratto di Oslo che dopo tanti stuti è stato definitivamente accreditato a Van Gogh, dipinto dopo la psicosi. La sezione presenta anche opere di Edward Munch, Gustave Courbet, John Singer Sargent, Francis Bacon e altri, nonchè tra i ritratti ci sono quelli di 13 artiste tra le quali Berthe Morrisot, Charley Toop, e Thérèse Schwartze.

 

Helene Schjerfbeck, ‘Self-Portrait, Black Background’, 1915. Finnish National Gallery / Ateneum Art Museum, Helsinki. The Hallonblad Collection

L’ultima sezione è titolata “Con Vincent”. Questo per chiarire come la sua immagine sia così prepotente che molti artisti visivi sono stati ispirati da Van Gogh, riconoscendo la sua influenza sugli pittori di tutti i tempi. In mostra ci sono due opere di Francis Bacon la cui immagine allude a Van Gogh, come lui artista sempre alla ricerca di qualcosa che lo rende sofferente e opere di Emo Verken, Julian Schnabek e Guillaume Brue. Tenendo conto poi dei numerosi film che sono stati dedicati a Van Gogh si vede come sia il suo autoritratto che li caratterizzi.  Nella tromba delle scale Exibition Wing presenta 66 ritratti fotografici di alunni delle scuole di Amsterdam che impiegano oggetti di uso quotidiano, fotografati sullo sfondo dell’opera “Autoritratto con orecchio bendato”.

Una mostra particolarmente interessante perché presenta il Van Gogh Museum in modo nuovo.

Emilia Dodi

Emilia Dodi: