Il 9 e il 16 marzo, su Rai1 torna “Il Commissario Montalbano” nato dalla penna magistrale del Maestro Andrea Camilleri, con due nuovi episodi “Salvo amato, Livia mia” e “La rete di protezione”.
Luca Zingaretti firma la regia dei nuovi episodi insieme ad Alberto Sironi e ne prende le redini dopo la sua scomparsa. Una serie molto amata che annovera tra gli sceneggiatori oltre al Maestro Andrea Camilleri, Francesco Bruno, Salvatore De Mola e Leonardo Marini. I nuovi episodi sono tratti dai libri di Camilleri editi da Sellerio, una produzione Palomar con la partecipazione di Rai Fiction e prodotto da Carlo Degli Esposti e Nora Barbieri con Max Gusberti.
Luca Zingaretti sarà affiancato da Cesare Bocci nei panni di Mimì Augello, Peppino Mazzotta in quelli di Fazio, Angelo Russo in quelli dell’agente Catarella e Sonia Bergamasco nei panni di Livia eterna fidanzata di Montalbano.
Nel primo episodio, il Commissario Montalbano si ritrova ad indagare sulla morte di una ragazza, Agata Cosentino, interpretata da Federica De Benedittis, figlia della parrucchiera di Livia nonché sua amica. In “La rete di protezione”, indaga su uno strano caso partito con un attentato nella scuola del figlio di Augello. A far da sfondo, la Sicilia Barocca e Vigata come posto dell’anima e non un Set cinematografico.
Una Serie molto amata, Camilleri amava dire che il successo era dovuto sia al fatto che unisse l’Italia e sia per l’interpretazione della realtà e del sociale. Montalbano rappresenta l’italiano medio, ha qualche virtù e qualche difetto ed è proprio per questo che gran parte degli italiani si riconoscono in lui. Si rapporta con gli altri facendo sì che la sua lealtà primeggi su qualsiasi altra cosa. E’ difficile che usi mezzi sleali nelle conduzioni delle sue indagini e anche nella vita.
Sa benissimo che esistono due verità e che il risultato delle indagini non sempre coincide con la realtà giudiziale ma a lui importa poco. Camilleri diceva che quando guardava Montalbano subiva una sorta di distacco, non era più autore ma un qualsiasi spettatore. Riusciva persino a perdonargli molti difetti che da Autore avrebbe perdonato di meno.
Eleonora Andreatta, Direttore Fiction: “Il Commissario Montalbano è una festa popolare che si rinnova dal 1999 con una grande adesione del pubblico. Da allora ad oggi ha avuto il consenso di un miliardo e duecentomila spettatori. Testimonial principe della RAI, quest’anno è un tributo a Camilleri, alla sua grandezza e al legame che ha avuto con noi. A Vigata si muove un’umanità pullulante in cui si mescolano i registri della morte a quelli della vita. Montalbano è un unicum produttivo perché la Troupe e gli attori sono legati da un unico filo”.
Stefano Coletta Direttore Rai1: “Quando torna Montalbano è una festa non solo degli spettatori ma anche aziendale. La Sicilianitudine è diventata un codice oltrefrontiera”.
La serie cattura anche una fascia di giovani in età compresa tra i 15 e i 24 anni. E’ un tirante che negli anni cresce sempre di più. Per dare la possibilità ai cultori di Montalbano di vederlo sul grande schermo, il 24- 25 e 26 febbraio ci sarà un evento al Cinema. Al fine di rinsaldare il rapporto che Camilleri aveva con la gente, Il ricavato andrà in beneficenza all’Istituto Spallanzani e al reparto di ematologia dell’Ospedale Sant’ Andrea di Roma.
Commosso il ricordo di Luca Zingaretti: “Il primo anno senza il nostro Padre letterario ma anche senza Alberto Sironi che in venti anni oltre che un amico è stato anche un complice. Aveva trasformato il materiale eccezionale di Camilleri facendolo diventare un patrimonio unico italiano. Come tutti Sironi aveva molti difetti ma era anche un uomo buono e capoccione. A lui si devono gran parte dei meriti di questa cavalcata lunga e meravigliosa. Dopo la sua scomparsa ho affrontato la regia in maniera dolorosa e nel subentrargli ho cercato di capire chi mi aveva preceduto ed aveva dettato gli stilemi, di mio c’è solo una malinconia dolce che è lo spirito con il quale ho affrontato gli episodi”.
Sonia Bergamasco alla domanda sul perché non si trasferisca a Vigata definitivamente risponde che è una scelta condivisa con Salvo, non solo una necessità drammaturgica ma una scelta di entrambi al passo coi tempi.
Peppino Mazzotta, infine ha dato la sua testimonianza. “Sono entrato molto giovane nei panni di Fazio, ho imparato molto da tutti. Oggi purtroppo non ci sono i nostri punti di riferimento e concordo con Luca che agli assenti sarebbero piaciuti il sorriso e il disincanto con il quale abbiamo continuato”.
Luca Zingaretti in merito alla sua doppia esperienza di attore e regista ha detto: “Il terzo episodio sarà mandato in onda l’anno prossimo. Nel frattempo rifletteremo se è il caso d’interloquire o concludere con l’ultimo romanzo. Bisogna capire se ci si sente di andare avanti senza tre figure importanti Andrea Camilleri, Alberto Sironi e lo scenografo Luciano Ricceri. Intanto elaboriamo il dolore della loro perdita”.
Elisabetta Ruffolo