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    Categories: Spettacolo

Casa di frontiera al Ghione di Roma

Casa di frontiera, come diventare a teatro cittadini del nord anche se è soltanto una ipotesi di Gianfelice Imparato, l’autore del testo in scena al Teatro Ghione fino al primo marzo prossimo, l’Italia divisa in due parti sembra proprio essere realmente vicina ad una clamorosa frattura e, in tale ipotesi, una secessione appare realmente da verificare e possibilmente da evitare.

La storia: nel Bel Paese sono state realizzare frontiere e centri di raccolta per quei meridionali che non hanno potuto rientrare al sud a divisione avvenuta. Gennaro Strummolo e sua sorella Addolorata sono ristretti in una riserva che ricorda tanto quelle degli indiani d’America della metà dell’800 insieme al fidanzato di lei, un irriducibile sudista che risponde al meridionalissimo nome di Ciro Cacace.

 

Mentre Gennaro aspira a mutare la sua condizione, con l’aiuto di Olga, una assistente sociale nordista, incaricata di preparare i due fratelli per l’esame che consentirebbe loro di acquisire la qualifica di “settentrionale”, Ciro non vuole sentire ragioni: deve e vuole restare “del Sud”.

La convivenza si fa complicata quando Olga “dimostra le insistenti attenzioni verso Ciro”. E’ a questo punto che la vicenda, di per se facile da gestire perché apparentemente indenne da implicazioni di carattere politico, assume le vesti di un confronto con i tempi di oggi, quelli veri e reali, perché nello svolgimento della trama si inseriscono considerazioni che richiamano situazioni di contestazioni nordiste verso “quelli del Sud”.

Considerazioni sia pure espresse in forma tragicomica, ma pur sempre espressione di indirizzi politici che volgono a favore delle considerazioni su quegli immigrati che oggi destano tanta attenzione nell’opinione pubblica. Insomma, una forma di pubblicità verso la questione immigrati che andrebbero, secondo l’autore, gestiti come risorse e non come impacci.

 

Al di la di considerazioni di carattere politico, che appaiono poco opportune in questa sede, appare il caso di sottolineare la bravura degli interpreti, tutti in grado di esprimere il sentimento dell’autore che, nell’occasione, è anche il regista del lavoro che è in scena al Teatro Ghione fin dallo scorso 20 febbraio: la comicità è assicurata, sempreché si distingua la politica dall’arte di fare teatro.

Andrea Gentili

 

Andrea Gentili: