Una bugia tira l’altra al teatro Tirso

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Al Teatro Tirso de Molina ha debuttato una spettacolare commedia di Ray Cooney dal titolo “Una bugia tira l’altra”, nell’adattamento e per la regia di Matteo Vacca che si è rivelato molto abile non solo nella conduzione della pièce, vivace e scoppiettante, caratterizzata da ritmi sempre serrati e sostenuti, ma anche nell’adeguare la storia originale all’attualità politica italiana.  

Ricordiamo che la commedia (scritta dallo stesso autore della famosissima “Se devi dire una bugia dilla grossa”) ha vinto il Premio Lawrence Olivier come miglior lavoro dell’anno a Londra.

Proviamo a darvi un’idea di quello che succede sul palcoscenico: immaginate una bellissima suite, la 648, al Grand Hotel, dove sbarca un Vice Ministro 5 Stelle, l’on. Riccardo De Mitri, il quale, con la scusa di una seduta notturna alla Camera, ha invece un appuntamento con la sua amante segreta, Francesca Pacelli, peraltro segretaria di Matteo Renzi!

Ovviamente, l’incontro amoroso, puntualmente programmato a base di ostriche e champagne (tanto paga Pantalone), non andrà a buon fine, in quanto verrà disturbato dall’inatteso arrivo della Direttrice dell’hotel – moralista, almeno all’apparenza – e dalle irruzioni del cameriere cinese In-ciu-ciai; ma soprattutto verrà messo a rischio da un morto che stava cercando di penetrare nella suite attraverso la finestra, dalla quale era stato “ghigliottinato”.

In tali circostanze, l’onorevole chiede aiuto e in suo soccorso arriva l’assistente parlamentare, il timido e poco “sveglio” dott. Giorgio Franchetti, un tipo tutto casa e lavoro, che viene provvisoriamente ospitato nella stanza accanto, la 650. Ovviamente, con il personale dell’albergo il Vice Ministro inizia a raccontare tutta una serie di bugie e frottole, che risultano conseguenza l’una dell’altra, cosa che aumenta notevolmente la comicità della situazione.

I guai aumentano con l’arrivo sul posto di Roberto Pacelli, il gelosissimo marito, che aveva incaricato un investigatore di pedinare la moglie Francesca.

L’investigatore Andrea Crivelli non è altri che il “morto” incastrato nella finestra, che poi tanto morto non è!!!!!!!  Il clima diventa incandescente con l’arrivo altrettanto imprevisto di Annamaria De Mitri, la moglie del Vice Ministro, e di Michela Rossetti, l’infermiera che si prende cura della “mammina” di Giorgio Franchetti.  Ma tra i personaggi, dovremmo paradossalmente annoverare anche la famosa finestra, che – manco a farlo apposta! –  si chiude quando qualcuno tenta di passare attraverso il cornicione da una stanza all’altra, nonchè l’immancabile armadio, che si apre e si chiude puntualmente quando uno o due personaggi ci si chiudono dentro!!!!

Come potete intuire, ci sono tutti i presupposti per dar vita una commedia irresistibile, in cui tutti i personaggi sono ben marcati e ben costruiti, i ritmi sono veloci e arricchiti da battute fulminanti e le risate sono assicurate, dall’inizio alla fine.

Non diciamo altro, per non togliere agli spettatori il piacere di godersi lo sviluppo e la conclusione della pièce.

Parliamo, quindi, del cast: di Matteo Vacca regista abbiamo già detto: come attore, ci regala un personaggio straordinario, tra il timido e l’imbranato, che però, alla fine, si rivela… beh, non diciamo altro. Marco Fiorini è un autentico mattatore: domina la scena da par suo, sfoggiando grande vis comica, specialmente nei cambi di intenzione.

Marco Morandi è perfetto nel ruolo del marito geloso, ma supera se stesso nel doppio ruolo del cameriere cinese Cin-ciu-ciai.  Manuela Bisanti è un’ottima Francesca, ovvero l’amante braccata dal marito, mentre Veronica Pinelli spicca come Direttrice moralista, ma pronta a subire il fascino del… potere! Ben figurano Annalisa Amodio, nelle vesti della signora De Mitri,  e Valeria Sandulli, l’infermiera.

Una menzione speciale va a Giancarlo Porcari, nel ruolo dell’investigatore “tramortito” dalla finestra, bravissimo nel farsi trasportare “come un corpo morto” e nei successivi movimenti involontari, che diventano altamente comici.

Non aggiungiamo altro: la commedia è veramente piacevole e ben scritta, piena di ritmo e di comicità, ideale per passare una serata spensierata e divertente.  Si vede che dietro ci sta tanto, ma tanto lavoro e cura nel sincronizzare il tutto.

Uno spettacolo che consigliamo vivamente ai nostri lettori.

Anzi, diciamolo pure: uno spettacolo da non perdere!

Salvatore Scirè

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giornalista e fotografo – commediografo e regista teatraleLaureato in Giurisprudenza, ha studiato lingue straniere e musica. In campo giornalistico si è occupato di vari temi, ma ha sempre prediletto il reportage geografico, formando testi e foto e pubblicando su importanti testate nazionali.E’ autore di tre libri fotografici: Roma nel cuore (Rizzoli Editore l982, prefazione di Carlo Lizzani) Gargano spettacolo della natura (Ed. Magnus 1987, prefazione di Nantas Salvalaggio) Roma colori del tempo (Il Capitello 1989 - II ediz. 2000 - prefazione di Giulio Andreotti). Ha pubblicato il saggio umoristico Donne... maneggiare con cura! (Liux Edizioni 2012)Da 22 anni scrive per il teatro come commediografo; da 16 anni si occupa anche di regia teatrale. Ha scritto una ventina di commedie, tra cui Professione separata! Ciao papà, ti presento mia madre!Cocktail di scambi; C’è un morto giù in cantina!

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