Un grande Eros Pagni interpreta, all’interno di un universo dominato dalla fantasia, il personaggio di Prospero, duca di Milano deposto dal fratello Antonio con l’aiuto del Re di Napoli, che trama, utilizzando le arti magiche delle quali è dotata, per far tornate sul trono la figlia Miranda; entrambi vivono esiliati su un’isola dominata da fantasmi e spiriti bizzarri.
La vendetta, o la rivincita, di Prospero inizia allorquando egli viene a conoscenza che il fratello Antonio dovrà passare nei pressi dell’isola a bordo di una nave sulla quale viaggiano con lui anche alcuni altri personaggi, che contribuirono a suo tempo a spodestarlo: scatena, facendo uso delle sue arti magiche, una tempesta che provoca il naufragio della nave sull’isola abitata da Prospero e dalla figlia.
Attraverso la magia e con l’aiuto del suo servo Ariel, uno spirito dell’aria, Prospero riesce a rivelare la cattiva natura di Antonio riscattando così il Re il cui figlio, Ferdinando, si innamora di Miranda e la sposa.
Nella gioia e contentezza generale, ciascuno ha ciò che si merita: Prospero torna a essere Duca di Milano, Ferdinando e Miranda si sposano, gli altri numerosi personaggi ottengono tutti il perdono e Prospero, con l’aiuto dello spirito Ariel, fa si che la nave sulla quale viaggiavano possa ripartire usufruendo del mare calmo.
La vendetta di Prospero è così compiuta, Prospero, con le sue arti magiche (per estensione attualizzata, con l’imbroglio) è la figura che rappresenta la possibilità di plasmare il destino delle persone, operazione che, rapportata ai giorni nostri, non è altro che il sinonimo di un personaggio, al tempo in cui viviamo ce ne sono tanti, che riesce a coartare la volontà degli altri senza che questi possano in alcun modo reagire.
Luca De Fusco ha adattato il testo del lavoro di Shakespeare, tradizionalmente ritenuto l’ultimo del grande drammaturgo inglese, che va in scena al teatro Eliseo dal 19 novembre fino al 1 dicembre.
Di questa rappresentazione De Fusco è anche il sottile ed efficace regista che gestisce abilmente non soltanto un ineguagliabile Eros Pagni, ma anche tutti gli attori che fanno da corona alla “magica” interpretazione basata tutta sul fantastico universo che sgorga dalla grotta dell’incantatore nella quale il mago Prospero ha vissuto in esilio; fra tutti va evidenziata Gaia Aprea che contribuisce a rendere addirittura verosimile l’intera vicenda.
Domina il finale il perdono, vero protagonista della complessa vicenda shakespeariana, mentre emergono anche sottili tracce di ironia tipiche del drammaturgo inglese.
Stupendi i movimenti coreografici di Emio Greco e Pieter C. Sholten molto adatti ad esaltare l’ambiente fantastico e magico evocato.
Andrea Gentili