Emilio Isgrò alla Fondazione Cini

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Emilio Isgrò Ritratto marzo 2019 foto Andrea Valentini

La Fondazione Giorgio Cini di Venezia presenta una particolare antologica di Emilio Isgrò dal 13 settembre al 24 novembre 2019, che riunisce opere dal 1964 all’odierno con un allestimento decisamente ben studiato. E’ curata da Giuliano Celant con l’Artista e la Fondazione Emilio Isgrò. Catalogo-volume Edizioni Treccani

Emilio Isgrò
Codice ottomano della solitudine 2010 acrilico su libro in box di legno e plexiglass
cm.57,5xx82,5×5 cm.

Le mostre antologiche di quest’artista noto per le cancellature di testi importanti che tutti conoscono nonostante la sua vasta cultura come “ l’Artista delle cancellature”. La sua metodica che pur avendo le radici nelle prime opere degli anni ’60 del Novecento, si evolve in continuazione. Iniziando col dire che le cancellature di Emilio Isgrò hanno un carattere concettuale che si differenzia grandemente dal movimento che ne ha preso il nome, perché la sua opera riguarda la cancellazione per riformare il linguaggio con la formalizzazione di nuovi concetti andando oltre l’azzeramento per arrivare all’istallazione.

Emilio Isgrò
Dichiaro di non essere San Giorgio 2002 acrilico su tela cm.79×50

 

Per Isgrò cancellare è sbarazzare il terreno dell’arte dalla propaganda creando così un effetto di resurrezione. Questa volta la mostra parte dalla cancellatura del Moby Dick di Melville che viene presentato in un modo veramente spettacolare. La sale dell’Ala napoleonica del museo vengono suddivise mediante pareti diagonali e trasversali come in effetti fossero delle grandi pagine di un testo, servendo come supporti cartacei che trasporteranno una nuova e importante cancellatura, modificata visualmente dall’artista. Il pubblico ha la sensazione di entrare nel corpo della balena con la visione delle cancellature che hanno reso celebre Isgrò.

 

Emilio Isgrò
Il Cristo cancellato 1968 acrilico e tela china su libro tipografico in box di legno e pexiglass
38 8 elementi cad.uno di cm.-34×50 Collezione Centre George Pompidou Parigi

 

 

Come spiegato dall’artista: “Il tema che affronto per la Fondazione Cini di Venezia, città dove nel 1964 nacquero le prime cancellature non può che essere quello del linguaggio. Per questo mi è parso necessario ricorrere alla tradizione baltica filtrata dal Moby Dick, il meraviglioso romanzo di Melville. Sarà l’opera cancellata di Melville ha contenere quindi tutte le altre e chi entra alla mostra si lascerà accompagnare nel ventre della balena, ovvero il ventre del linguaggio mediatico che copre con il rumore il proprio reale e disperato silenzio”.

 

 

Emilio Isgrò
MAO 1974 acrilico su tela 59,5×104 c m.

L’esposizione, che chiamare mostra è riduttivo, presenta anche opere di collezionisti privati e musei nazionali e internazionali come “Il cristo cancellato” del 1968 che proviene dal Centre Pompidou di Parigi, la carta geografica del MART di Rovereto, lo Storico libro cancellato della GNAM di Roma, Weltanschauung del 2007 del Centro Pecci di Prato e molte altre realizzazioni.

Un’antologica veramente importante come del resto sono sempre quelle di questo pittore, poeta, drammaturgo e regista nato nel 1937.

Emilia Dodi

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