Vesuvio quotidiano-Vesuvio universale

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Fondo Caselli 4 Eruzione di cenere durante l’eruzione del 26 ottobre 1822 gouache

A Napoli nella Certosa e Museo di San Martino fino al 29 settembre 2019 si può ammirare una mostra di arte antica e moderna dedicata al Vesuvio che ha ispirato nel tempo i grandi artisti. E’ curata da Anna Imponente e per la parte storica da Rita Pastorelli. Catalogo in coso di stampa di Arte-m.

Tommaso Ruiz
Il Mandracchio, il Motogrande e Borgo Loreto firmato e datato 1758 olio su tela cm.44×132

Quest’esposizione organizzata dal Polo Museale della Campania con Scabec (Società campana beni culturali) e il sostegno dell’Associazione Amici di Capodimonte e dell’Associazione Metamorfosi, vede unite 100 opere che partono dal Cinquecento e arrivano al contemporaneo, tutte che prendono in considerazione i vari aspetti di questo vulcano che per l’arte è il più celebre al mondo.

 

 

Camillo De Vito
L’eruzione del Vesuvio del 1872 Gouache cm.25×32 Iscrizione Eruzione dell’anno 1806

Non esiste artista europeo o internazionale (a parte il Giappone con il suo Fujihama) che non si sia espresso in vario modo per cercare di dare al pubblico una sua visione di questo vulcano. Le belle opere esposte ne danno una completa visione, partendo dalla cartografia cinquecentesca di tipo naturalistico tra le quali l’opera di Athanasius Kircher dal titolo Mundus Supterroneus che presenta una fantasiosa immagine del Vesuvio in sezione, per arrivare alla tela del Vesuvio in eruzione di Andy Wahrol.

Andy Wahrol
Vesuvio 1985 acrilico su tela cm.230×300 Napoli Museo di Capodimonte

Le opere provengono molte dalle raccolte del museo altre prestate da collezioni private, ma in generale mostrano la potenza della natura sulla fragilità umana. Come scritto dalla curatrice” nell’immaginario artistico la bellezza conturbante del vulcano è considerata simbiosi tragica della catastrofe, montagna di fuoco che distrugge, ma che diventa vitale e rigeneratore” e questo si osserva al meglio dalla Certosa di San Maritino.

 

Claudio Palmieri
Cratere 1994 ferro, ceramica smaltata, cm.150x75x75

Dopo la cartografia del ‘400, c’è la sezione storica che dimostra i vari terremoti che sono documentati dal ‘600 al ‘1800. Del 1872 c’è la tela di De Nittis proveniente da Barletta accanto a artisti che dipingevano direttamente sul Vesuvio, come Tommaso Ruiz e Stefano Joli e di seguito l’intera donazione del collezionista Aldo Caselli composta di circa 100 opere tra acquarelli, gouache, e stampe.

 

Stefano di Stasio
Tra le stanze 2017 olio su tela cm.80×60

Si passa poi all’Arte contemporanea iniziando con le terrecotte smaltate di Leoncillo, la combustione di Burri, e realizzazioni moto rappresentative, tra le quali Fuoco del 2017di Roberto Sironi, la scultura di Claudio Palmieri Cratere del 1993 che dà veramente la sensazione del magna che ribolle, le realizzazioni di Kounellis e Kiefer, le tele di Stefano di Stasio. Si dovrebbe ancora continuare poiché, in modo molto attuale, gli artisti hanno dato una perfetta visione dei sentimenti che il Vesuvio provoca: potenza, timore, e anche rigenerazione. In chiusura la tela Vesuvio del 1985 di Andy Wahrol prestata dal Museo di Capodimonte.

Una mostra che merita un viaggio a Napoli.

Emilia Dodi

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