Giuseppe Uncini alla GNAM

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Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma è aperta e lo resterà fino al 29 settembre 2019, un’antologica dedicata al grande scultore contemporaneo Giuseppe Uncini. ( 1929-2008) E‘ curata da Giuseppe Appella.

La mostra comprendere 58 sculture e 30 disegni che vanno dal 1957 al 2008 e mostrano tutte le tappe della ricerca di Uncini con Terre, Cementarmati, Ferrocementi, Strutture spazio, Strutture spazio-ambiente, Mattoni, Terrecementi, Ombre, Interpazi, Dimore delle cose, Dimore e muri d’ambra, Spazi di ferro, Spazicementi, e Tralicci, Muri di cemento, Architetture, Tefal-Artifici, in effetti tutte opere dei vari cicli nei quali l’artista si è espresso.

Proprio la sua espressione:“Chi fa arte deve riflettere a fondo sui materiali che usa per esprimere un significato reale”, dice quanto le sue ricerche siano state profonde.

E ancora: “mi piace pensare alla mia scultura come qualcosa che possiede due vite; l’una quella che io riesco a darle con i miei criteri di estetica, di spazio e di poesia, l’altra, quella dovuta all’uso quotidiano , vero, concreto della cosa. Naturalmente ciò che mi interessa è caricare questi vuoti di umori, di momenti poetici, insomma di farne delle cavità dense di avventure esistenziali “.

Uncini è al di fuori di tutti gli ismi, quindi la sua espressione artistica non è di immediata comprensione. Analizzando i titoli delle sue opere partendo da Terre del 1957 che poi si sviluppano nel Primo Cementoarmato del 1958 fino ad Architetture del 2008, grazie alle dotte presentazioni in catalogo “altro non fa che analizzare gli strumenti a sua disposizione, appunturli  nella quotidianeità del suo operare”…….

Per ciò che inerisce Architetture del 2005 Uncini con una “frontalità spaziale assolutamente innovativa considera i problemi di procedimento, identificazione e orientamenti, di articolazione statica, di equilibrio e composizione, di peso e stabilità, di tempo e di durata”.

 

Giuseppe Uncini lavora negando la serialità o il minimalismo di altri artisti del suo periodo, anzi come lui stesso indica “lavoro  con il ferro e il cemento: Questi materiali li uso con proprietà, nel  senso che non li camuffo, non me ne servo per trarre degli effetti particolari, al contrario li adopero come si adoperano per costruire le case, i ponti, le strade, per costruire tutte le cosa di cui l’uomo ha bisogno. alla base di tutto questo c’è la necessità di costruire, questo è quanto nei miei oggetti voglio esprimere”. 

Mostra non facile, ma certamente di grande interesse.

Emilia Dodi

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