Alla GAMeC nell’interessante collezione sono in mostra alcune opere dei maggiori artisti del ‘900 che dialogano con questa. La mostra resterà aperta fino 6 gennaio 2020.
Quest’esposizione che per la prima volta dialoga con la prestigiosa collezione d’arte contemporaneo della GAMeC, è una raccolta di alcuni interessanti lavori confiscati in Lombardia e gestiti dall’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione dei Beni Sequestrati. Si tratta dei maggiori artisti del secondo ‘900 che vanno dall’Informale all’Astrazione geometrica, dal Nouveau Réalisme alla Pop Art, dal Minimalismo all’Arte povera.
Le sezioni sono 4: Libera dalla forma, Libera dalla figurazione, Libera dallo stile, e Libera dalla rappresentazione, dove si nota come gli artisti nel periodo abbiano deciso di rifiutare tutti i canoni prefissati. Nella prima sezione ci sono dipinti e disegni di alcuni tra i maggiori artisti della Sezione Informale. Si chiama informale in quanto sottraendosi al vincolo dell’Espressionismo astratto americano gli artisti hanno rifiutato sia l’astrazione che la figurazione.
Qui sono le opere degli anni ’50 di Wols, Mark Tobey e Georges Mathieu della corrente gestuale e Hans Hartung e pittori di arte prettamente materica, come Burri e Ennio Morlotti della Collezione della Galleria e quella di Vedova che segue entrambe le linee.
Libera dalla figurazione è dedicata all’Astrazione geometrica che unisce Optical Art, Minimalismo. Qui il minimalismo di Victor Vasary e le linee di Sol LeWitt’ e poi ancora l’arte concettuale di Giulio Paolini, Giuseppe Penone e Pier Paolo Calzolari e per Arte Povera Pino Pascali.
Libera dallo stile con le correnti degli anni 60-70, sono il New Dada, il Nouveau Réalisme e in parte la Pop Art, dove è l’oggetto in sé che ha valore artistico. Libera dallo stile è l’arte povera di Giulio Paolini, Luciano Fabro, che sono i più concettuali, mentre Giuseppe Penone e Pier Paolo Calzolari impiegano una sperimentazione sui materiali. A parte c’è l’opera di Pino Pascali dove è unito disegno e parola.
Libera dalla rappresentazione mostra due opere di Arman, una di César, Christo con il suo impacchettamento e infine la serigrafia di Andy Warhol che raffigura Giorgio Armani.
Una vero viaggio nell’arte del secondo Novecento, tra l’altro molto educativo.
Anna Camia