Si presenta come una stagione importante, ricca e piena di nuove acquisizioni quella che Geppj Geijeses ha presentato lo scorso 14 maggio al Teatro Quirino Vittorio Gassman. www.teatroquirino.it Ricca perché i titoli in cartellone sono veramente importanti e piena di nuove acquisizioni, perché in programma figurano nuovi volti recentemente acquisiti dalla direzione artistica.
La stagione prende il via il primo di ottobre con uno spettacolo che Michele Placido ha adattato per il palcoscenico da un lavoro di Éric-Emmanuel Schmitt, un confronto verbale tra i due protagonisti, un susseguirsi di battute che generano uno scontro tra di loro: un battibecco vitale dall’affascinante titolo di “Piccoli crimini coniugali” condotto dallo stesso Placido e da Anna Bonaiuto; il lavoro sarà in scena dal 1 al 13 ottobre.
A seguire dal 15 al 27 ottobre, una commedia dello scrittore napoletano Maurizio De Giovanni con la regia di Alessandro Gassman, “Il silenzio grande“ con Monica Nappo, Paola Senatore, Jacopo Sorbini al quale partecipa Stefania Rocca, un tema importante come quello dei rapporti familiari, del tempo che scorre, del luogo dove le nostre vite scorrono e mutano negli anni, ovvero la casa, avrebbe avuto una evoluzione emozionante e sorprendente.
Dal 29 ottobre al 10 novembre padrona del palcoscenico sarà la grande Monica Guerritore con “L’anima buona di Sezuan“ protagonista di un lavoro di Brecht ambientato in Cina la cui regia è affidata alla stessa Guerritore ed il cui cast, a parte alcuni attori tra i quali Matteo Cirillo, Alessandro Di Somma, Vincenzo Gambino, Francesco Godina, Diego Migeni e Lucia Mininno è, al momento in cui scriviamo ancora in via di definizione.
I lavori del Teatro Quirino riprendono dal 19 novembre al 1 dicembre con “Amadeus”, di Peter Shaffer che, con la regia di Andrei Konchalovsky, Geppy e Lorenzo Gleijeses portano in scena per rappresentare una storia di feroce gelosia ambientata alla fine del ‘700 e che descrive la presunta rivalità tra il compositore italiano Vittorio Salieri ed il suo concorrente austriaco Wolfgang Amadeus Mozart.
Il 3 dicembre è la volta del simpatico ed appassionato siciliano Enrico Guarnieri ad andare in scena con la regia dell’inseparabile Guglielmo Ferro porta: in scena, fino al successivo 8 dicembre, il lavoro di punta di Giovanni Verga “Mastro Don Gesualdo“; al riguardo vale la pena di evidenziare che il regista è figlio dell’indimenticabile Turi Ferro interprete del lavoro nel 1967. Una eccellente corona di attori del calibro di Rosario Marco Amato, Pietro Barbaro, Giovanni Fontanarosa, Rosario Mionardi e Vincenzo Volo sostiene la fatica del protagonista fino all’8 dicembre.
Giusto una settimana di tempo per allestire il palcoscenico ed adattarlo alle esigenze della danza ed il 17 dicembre va in scena
“Lo schiaccianoci“, che Massimiliano Volpini, sulle musiche immortali di Ciajkovskij, ha elaborato per il “Balletto di Roma” e che verrà rappresentato fino al 22 dicembre.
Il periodo natalizio, dal 23 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020, è appannaggio di una commedia di Iaia Fiastri “A che servono gli uomini ?“ la cui interpretazione è affidata a Nancy Brilli; particolare interessante è costituito dalle musiche che accompagnano lo spettacolo, di Giorgio Gaber; la regia è di Lina Wertmuller.
La prima rappresentazione del nuovo anno è affidata a due bravissime attrici italiane, Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini che Geppy Gleijeses dirige con la sua innata maestria dal 7 al 19 gennaio: “Arsenico e vecchi merletti“; la storia del lavoro di Joseph Kesserling è abbastanza nota ed è ispirata allo spettacolo di Mario Monicelli di cui quest’anno ricorre il decimo anniversario della scomparsa.
Si riprende il 21 gennaio con Silvio Orlando protagonista di “Si nota all’imbrunire“, una riflessione sulla vita “….che potrebbe anche essere esattamente come uno decide che sia “. Insieme a Silvio Orlando un nutrito cast diretto da Lucia Calamaro terrà il palcoscenico fino al 2 febbraio.
Un simpatico rientro è quello di Sergio Assisi che, godendo della partecipazione di Enrico Guarnieri, è l’interprete di un lavoro di Pirandello, Liolà, una commedia d’ambiente siciliano che trae spunto da altre due novelle dello scrittore siciliano.
La regia del lavoro, che terrà il cartellone dal 4 al 16 febbraio, è affidata a Francesco Bellomo. Un grande ritorno ai monologhi dal vivo è rappresentato dal lavoro scritto e diretto da Alessandro Siani che con questo suo “Felicità tour“ simpaticamente calca il palcoscenico del teatro romano dal 3 al 15 marzo per raccontare le tappe della sua carriera cinematografica.
Mariangela D’Abbraccio e Giulio Corso sono i protagonisti del più classico dei classici di Tennesse Williams, “Un tram chiamato desiderio” attraverso il quale l’autore intende svelare i lati oscuri del sogno americano. La regia è affidata ad un grande maestro di fama internazionale: Pier Luigi Pizzi, fondatore con Giorgio De Lullo, Romolo Valli e Rossella Falk della “Compagnia dei giovani”. Dal 3 al 15 marzo.
“Bartleby lo scrivano“, di Francesco Niccolini, è un lavoro di Herman Melville il protagonista del quale sarà Leo Gullotta nei panni di un impiegato che odia un suo collega d’ufficio il quale cerca di sottrargli il posto di lavoro.
La regia di questo che si preannuncia uno spettacolo dai toni comico-drammatici è affidata ad Emanuele Gamba il quale è chiamato a gestire un nutrito cast formato tra l’altro da Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti e Lucia Socci: in scena dal 17 al 29 marzo. Dal 31 marzo al 5 aprile Giuseppe Marini dirige “La classe” uno scritto di Vincenzo Manna che descrive i disagi causati dalla crisi economica che investe l’Europa. Molto nutrito il cast formato da Claudio Casadio, Andrea Paolotti, Brenno Placido, Edoardo Frullini, Valentina Carli, Haroun Fall, Cecilia D’Amico e Giulia Paoletti.
Dal 7 al 19 aprile è la volta di un imponente “Processo a Gesù”, di Diego Fabbri, che con la regia di Geppy Gleijeses, con un insieme di una ventina di attori, tratta il tema della Fede, della giustizia, della solidarietà per condurre lo spettatore, ateo o credente che sia, ad interrogare sé stesso e la propria anima. Paolo Bonacelli e Marilù Prati con Marco Cavalcoli e Daniela Giovanetti ne sono gli interpreti principali. 28 aprile – 3 maggio: il periodo è occupato dal Balletto di Roma con “Io, Don Chisciotte” le cui coreografie sono opera del celeberrimo Fabrizio Monteverde che evidenzia come il protagonista incarni i temi della doppiezza, della “con-fusione” e degli opposti.
Chiusura alla grande, dal 8 maggio al 17, con il capolavoro di Luciano De Crescenzo “Così parlò Bellavista” che Geppy Gleijeses è riuscito ad adattare per il teatro dall’omonimo romanzo dello scrittore napoletano; naturalmente l’interpretazione femminile della moglie di Bellavista è affidata a Marisa Laurito. Nel cast anche Benedetto Casillo, Nunzia Schiano, Salvatore Misticone, Vittorio Ciorcalo e Gianluca Ferrato nel Ruolo di Cazzanica, il direttore dell’Alfasud.
Andrea Gentili