Si è svolto a Roma, all’Auditorium Parco della Musica, Sala Santa Cecilia, il primo dei tre concerti, facenti parte del tour Una lunga storia, che il cantautore genovese ottantaquattrenne Gino Paoli terrà per festeggiare i suoi 60 anni di vita artistica. I prossimi due saranno il 13 luglio a Umbria Jazz a Perugia e il 18 luglio ai parchi di Nervi di Genova.
Quello di Roma, così come lo saranno quelli di Perugia e Genova, è stato un evento speciale, come la storia musicale di Gino Paoli, lunga e romanzesca, voluto per festeggiare, per l’appunto, i suoi 60 anni di carriera. Sul palco dell’Auditorium romano, l’Orchestra da Camera di Perugia, in collaborazione con Umbria Jazz, diretta dal Maestro Marcello Sirignano, oltre all’inseparabile compagno di viaggio Danilo Rea, che ha interpretato con l’inconfondibile tocco del suo pianoforte, il Gino Paoli contemporaneo ed inedito, presentando i brani del nuovo album in uscita.
La parte dei suoi intramontabili classici, invece, è stata affidata a tre grandi musicisti del jazz italiano come Rita Marcotulli al pianoforte, Alfredo Golino alla batteria, Ares Tavolazzi al contrabbasso, che già lo affiancano live nei concerti di “Paoli canta Paoli”.
Il concerto di Gino Paoli è nato da un doppio CD, presentato alla stampa lo scorso aprile, intitolato Appunti di un lungo viaggio: il primo CD s’intitola “Canzoni interrotte” ed è quello dove Paoli abbandona ogni convenzione, facendo venire in mente altri grandi vecchi che non hanno dato importanza alle regole della canzone, da Scott Walker a Neil Young.
Sono 4 pezzi, titolati come le 4 stagioni (Estate, Inverno, Primavera, Autunno): ognuno è formato da frammenti cantati senza esigenze di rima o metrica che sono, per l’appunto, canzoni interrotte legati da movimenti strumentali, composti dal pianista Danilo Rea, che si esibisce e incide con Paoli da una dozzina di anni. Il risultato è a metà strada fra la raccolta di frammenti di composizioni e il flusso di coscienza su temi legati all’età del cantautore, soprattutto i ricordi, i sentimenti, la morte.
Nel secondo CD di Appunti di un lungo viaggio, intitolato I ricordi, Gino Paoli ha reinterpretato, tra i tanti brani composti, 13 classici, la cui scelta delle canzoni è stata fatta da figli, nipoti, cugini, amici. Ed è qui che l’Auditorium si è infiammato, tributando a Gino Paoli fragorosi applausi, delle volte dopo appena le prime note che facevano individuare i successi: da La gatta a Sassi, da Che cosa c’è a Il mare, il cielo, un uomo, da Sapore di sale a Questione di sopravvivenza, e poi Ritornerai, un omaggio a Bruno Lauzi e Vedrai vedrai, un omaggio a Luigi Tenco, ambedue della scuola genovese, Fingere di te, Senza fine, In un caffè, Una lunga storia d’amore, I ricordi, Il cielo in una stanza.
Chiusura alla grande e applausi ancora fragorosi quando Gino Paoli si è congedato dal pubblico cantando Ti lascio una canzone. Una bella serata, che rimarrà indimenticabile.
Giancarlo Leone