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    Categories: Arte

Acqua Islam e Arte al MAO

Fiasca IRAN XVII sec, Fritta decorata in blu e nero sottocoperta cm.31x22x12 The Ashmoleum Museum, University Oxford Gift of Gerald Reitlinger 1978

Il MAO di Torino presenta dal 12 aprile al 1 settembre 2019, una particolare mostra dedicata all’influenza dell’acqua nel mondo islamico. Alcuni dei più importanti musei del mondo hanno prestato le loro opere per realizzare quest’esposizione che racconta attraverso queste il legame tra acqua e l’Islam. E’ curata da Alessandro Vanoli con catalogo Silvana Editoriale. 

Bacile e versatoio tombak TURCHIA prima metà XIX sec. Rame dorato (tombak) inciso
Brocca h40 cm. Bacile Ø64 cm. Private collection Bruxelles

Il titolo emblematico di quest’esposizione, che vanta reperti che provengono dall’Ashmolean Museum of Art and Archaeology di Oxford, Deal L.A. Mayer Museum of Islamic Art di Gerusalemme, l Benaki Museum di Atene, Museo de la Alhambra di Granada, Biblioteca Apostolica Vaticana, Museo Nazionale del Bargello di Firenze, MUSIC di Roma, per citarne solo alcuni, è:”Goccia a goccia dal cielo cade la vita ACQUA, ISLAM e ARTE”  presenta immagini, reperti, libri e miniature che parlano dell’importanza dell’acqua nel mondo islamico.

Fodera di cuscino per sofà TURCHIA Bursa XVIII sec. Velluto controtagliato broccato
a filo metallico cm.107c63 cm. Bernaki Museum Atene

La mostra narra attraverso ciò che presenta, la vita quotidiana e arte che per secoli hanno fatto conoscere i vari modi di impiegare l’acqua nel mondo islamico. Sono esposti 120 manufatti legati alla tematica dell’acqua. L’acqua è l’elemento primario per poter vivere.  Si può vivere alcuni giorni senza mangiare ma non senza bere. Lo spreco che facciamo attualmente di questa vera forma di vita dovrebbe farci riflettere. L’acqua è stata primaria nella religione islamica e poi in quella ebraica e cristiana.

Miniatura INDIA 1680 ca. Acquerello opaco e oro su carta 30×21 cm. Courtesy of L.A. Mayer
Museum of Islamic Art Jerusalem Israel

 

La mostra si divide in 4 sezioni, e l’allestimento gioca con il suono e il movimento di questo liquido indispensabile alla vita. La prima sezione è dedicata all’importanza dell’acqua nella religione islamica. Nel Corano il termine mā’ (acqua) nelle sue accezioni è impiegato più di 60 volte e l’offerta di ospitalità con l’acqua è un valore intimamente radicato alla società araba anche prima dell’Islam. Il simbolismo islamico dà particolari funzioni anche divinatorie all’acqua in quanto veicolo del sacro. L’acqua corrente è benefica mentre quella stagnante è ricovero dei demoni.

 

Coppa Candiana-Catino da Barbiere Manifattura veneta probabilmente candiana (Padova)
XVIII. sec: Maiolica policroma sott invetriatura trasparente Maiolica dipinta e invetriata
15×37 cm. Fondazione Musei Civici Venezia, Museo Correr

La seconda sezione inerisce l’Hamman. L’impiego di acqua calda naturale è nata nella civiltà più antiche: bagno come forma di purificazione. L’acqua era la manifestazione della bontà divina. Dal IX-X secolo l’Hamman si diffuse in tutte le città islamiche. Il bagno era un modo di conoscersi e incontrarsi. Fu grazie al mondo ottomano che in Europa si conobbe e fu chiamato bagno turco. La terza sezione racconta del basilare mondo dell’acqua da bere nel mondo islamico. Fin dai tempi remoti la maggiore difficoltà fu quella della conservazione e del trasporto dell’acqua, e secondo un famoso editto le acque furono considerate proprietà comuni. I governanti fornirono le città di varie fontane.

Al-Barum Al-Mukhtari Indicatore di Qibia, segna Mecca Turchia 1738 Inchiostro e tempera su
legno Custodia in forma di trittico chiuso cn.76,5x36x4; 80x44x6,5 Fondazione Musei Civici di
Venezia, Museo Correr

La quarta inerisce i giardini. Il giardino islamico è veramente concepito come una ripetizione del paradiso. In Iran, e risalgono all’antica Persia, ci sono addirittura città dedicate a questo paradiso. Il Corano racconta di giardini che sono sempre ombrosi, pieni di fiori e di alberi da frutti che pur essendo in alto si piegano in basso per essere facilmente raccoglibili. In effetti il giardino arabo ha una complessa storia sociale e delle funzioni che non sempre richiamano il paradiso. Una mostra interessante da visitare.

Emilia Dodi

Emilia Dodi: