Dopo più di 100 repliche in tutta Italia, approda a Roma, dal prossimo 2 aprile al Teatro Olimpico, Massimo Lopez & Tullio Solenghi Show, due ore di sketch, monologhi, imitazioni, numeri musicali, improvvisazioni proprio come i vecchi tempi. Visum li ha incontrati.
Tullio, quale è stata l’occasione che vi ha fatto riunire per questo spettacolo?
“In effetti siamo sempre stati dell’idea, io e Massimo, di tornare insieme. Già 15 anni fa facemmo sempre a teatro La strana coppia di Neil Simon che ebbe grande successo. In fondo non ci siamo mai persi di vista – spiega a Visum – perché a Roma abitiamo nello stesso condominio, almeno è gioco forza vedersi nelle riunioni condominiali. La goccia che ha fatto traboccare il vaso in senso positivo – continua – è stata la nostra partecipazione a Tale e Quale Show: Massimo l’aveva fatto l’anno prima, io il secondo anno. Poi ci siamo trovati una volta insieme a fare due duetti Simon & Garfunkel – Dean Martin e Frank Sinatra. Carlo Conti stesso, vedendoci insieme – conclude – ci disse che sarebbe stato bello se ci fossimo rimessi insieme anche in scena. E così è stato”.
Massimo vi siete pentiti di questa impresa?
“Pentiti mai, semmai pentiti di non averlo fatto prima. Tra noi c’è una bella armonia, una bella intesa, tra ciò che ci comunichiamo noi e ciò che comunichiamo al pubblico che esce divertito e ci accoglie come se fossimo dei parenti”.
Tullio, cosa si deve aspettare il pubblico che verrà a vedervi?
“Questo spettacolo ha avuto una fortunata stagione l’anno scorso con più di 100 repliche e ce ne aspettano altre 120. Il pubblico ha accolto con grande favore il nostro spettacolo. Si deve aspettare uno show a 360° con tante sorprese. Sul palco c’è un po’ di tutto, le nostre battute, le nostre storiche imitazioni. C’è una bella componente musicale con 5 orchestrali che suonano dal vivo, la Jazz Company del Maestro Gabriele Comeglio”.
Massimo, la parte più divertente dello show?
“Quando ambedue siamo vestiti tutti e due in bianco da Papi. Io faccio Bergoglio e Tullio Ratzinger, due buoni amici che stanno tutte le sere a cena insieme. Ogni tanto fra noi ci scappano delle risate e il pubblico è molto complice”.
Tullio, ma c’è anche una parte emozionante
“Sì quando nella seconda parte – commenta – ricordiamo Anna Marchesini e l’applauso che ne scaturisce ogni sera sembra non finire mai, tanto che siamo costretti ad interromperlo. Emozionalmente il pubblico è coinvolto come noi”.
A proposito di pubblico, com’è il vostro rapporto con quest’ultimo?
Massimo: “E’ ottimo, con il pubblico ci sentiamo molto a nostro agio perché è attento, partecipe, affettuoso”.
Tullio: “Il nostro pubblico avverte che non esiste un diaframma tra chi sta giù a guardare lo spettacolo e chi sta su a farlo. Abbiamo un buon rapporto e spesso, dopo lo spettacolo, ci intratteniamo a lungo a parlare con chi viene a trovarci nei camerini”.
Massimo, questa ‘reunion’ è l’inizio di un nuovo percorso?
“Quando abbiamo cominciato a pensare di fare questo spettacolo, di scriverlo, ricordo che Tullio venne a casa mia dove spesso abbiamo scritto i nostri pezzi allora del Trio, sul famoso divano di casa, che ha ancora le forme di noi tre e mi disse che per lui fare questo spettacolo lo fa sentire veramente a casa. Continueremo sicuramente – asserisce con convinzione – perché lavorando insieme ci sentiamo a casa. Quando siamo sul palco, non abbiamo un rapporto fra due colleghi, ma fra due amici che hanno voglia di divertirsi e di far divertire nel vero senso della parola al 100% senza dietrologie, senza strategie per il futuro”.
Giancarlo Leone