La paranza dei bambini, il bel film di Claudio Giovannesi, è stato presentato oggi alla Berlinale ed, in contemporanea, al Quattro Fontane di Roma , solo per la stampa specializzata. Da domani, 13 febbraio, sarà in sala con 300 copie con la Vision Distribution.
Napoli 2018. Sei quindicenni –Nicola, Tyson, Biscottino, Lolliop, O’Russ, Briatò – vogliono fare i soldi. Comprare vestiti ed accessori firmati e, motorini nuovi. Ma come si fa quando i soldi non ci sono? Aiutati dalla fantasia e dal desiderio di una vita al massimo, eccoli giocare con le armi, e impazzare sui motorini nel Rione Sanità. Ma nel loro intimo c’è il desiderio di riportare ordine e giustizia nel quartiere in cui abitano, inseguendo il bene attraverso il male.
Nel cast tutti i ragazzi sono debuttanti, senza nessuna esperienza cinematografica, scelti nei vari quartieri di Napoli, Francesco Di Napoli (Nicola), Ar Tem (Tyson), Alfredo Turitto (Biscottino), Ciro Vecchione (O’Russ), Ciro Pellecchia (Lollipop), Mattia Piano Del Balzo (Briatò).
Niente li spaventa, più fratelli dei fratelli, non hanno paura né del carcere né della morte. Pronti a giocarsi il tutto per il tutto e… subito. Ma…
Bel lavoro questo che Giovannesi ha tratto dall’omonimo best seller di Roberto Saviano e che ha scritto insieme a Maurizio Braucci ed allo stesso Saviano . Un film forte, che ti tiene con il cuore in sospeso per centodieci minuti, mentre scorrono immagini che sembrano essere tratte dalla vita reale e , dove aspirazioni, desideri e pulsioni sono incanalati in un senso non proprio … formale..,
Giovannesi, un regista che amiamo da sempre, a Berlino presentando stamattina il film che all’estero si chiama Piranhas , ha detto di aver cercato, insieme agli sceneggiatori, “ un tema preciso che guidasse la scrittura e la messa in scena. Abbiamo dato fragilità ai personaggi per concentrarci sulla loro vita emotiva. Sono ragazzi che, dall’incoscienza del gioco arrivano alla guerra, rinunciando alla loro adolescenza. Questo il criterio ci ha sempre guidato, a partire dalla scelta degli attori fino al termine della lavorazione. Era anche importante però trovare la misura nel raffigurare la violenza, mediata nel libro dalle parole. Lavorando con le immagini l’idea era di non essere ricattatori ed esibizionisti. Non ci interessava la violenza come spettacolo, fine a se stessa. Doveva essere in funzione del tema”.
Un film a bout de souffle che non dimenticherete tanto facilmente. Da non perdere.
Mariangiola Castrovilli