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    Categories: Arte

La donna nell’arte dalla fine dell’Ottocento a oggi

Una riflessione sulla figura femminile attraverso la visione di artisti che hanno rappresentato e celebrato la donna e il suo ruolo. Da oggetto da ammirare, angelo, demone, musa, ninfa, seduttrice, a donna emancipata ed impegnata.

Felice Casorati Serenità 1925 olio su tela

Aperta fino al 13 ottobre alla Galleria d’Arte Moderna, curata da Arianna Angelelli, Federica Pirani, Gloria Raimondi e Daniela Vasta, promossa dalla Soprintendenza Capitolina “Donne corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione” è un’ampia e bella mostra non di donne, ma sulle donne. Un centinaio fra dipinti, sculture, foto e grafica dei musei civici per scoprire i modi e i linguaggi utilizzati dagli artisti per rappresentare la figura femminile.

Attilio Torresini Bagnante 1934 bronzo

Un ricco apparato documentario e contributi video dell’Istituto Luce e della Cineteca di Bologna restituiscono il clima culturale dell’epoca. Ordinata in forma tematica, la rassegna si snoda lungo i tre livelli del Museo, mettendo a fuoco i ruoli della donna fra ‘800 e ‘900, fino ai giorni nostri. Si va dalla prima sezione dedicata alla sensualità, alla donna seduttrice e angelicata, per passare alla seconda sul nudo in tutte le sue declinazioni, al ritratto, alla maternità, all’evoluzione dell’identità femminile fra inquietudine e nuova consapevolezza, per giungere infine all’età contemporanea.

 

Alfonso Mazzucchelli Sulla spiaggia marmo

Le donne devono essere nude per entrare nei musei?” si chiedeva in maniera provocatoria un noto collettivo femminista americano. In effetti per secoli protagonista della creatività è stato il nudo femminile da studiare, con la modella musa ispiratrice o amante. Quadro emblematico dei primi anni del ‘900 “Le vergini savie e le vergini stolte” di Giulio Aristide Sartorio, protagonista una donna angelicata, Circe, Sfinge, a cui fanno corona dipinti di Camillo Innocenti, Adolfo De Carolis espressione dello stesso clima.

 

Camillo Innocenti La sultana

Eppure proprio in quegli anni col Cinema nasceva la diva, che riprendeva le pose della donna perversa e seducente dei dipinti divisionisti, ma decideva della propria vita e del proprio futuro. Si pensi a Francesca Bertini.

Profondi i cambiamenti con la Grande Guerra, determinante il processo di emancipazione delle donne, dai movimenti delle suffragette all’entrata nel mondo del lavoro, alle conquiste civili e sociali degli anni della contestazione.

 

Istavan sok Angolo di studio

Molto ampia la sezione del nudo con una serie di quadri di pregio degli anni Trenta, accompagnata dal film “Bellissima” di Giovanna Gagliardi. Da segnalare il grande dipinto “Felicità” del ‘25 di Felice Carena, un artista di formazione accademica che riprende il tema delle bagnanti trattato da Renoir e Manet, senza dimenticare Giorgione e Tiziano, realizzando un’opera allegorica che trasmette un senso di armonia e pace.

Adolfo de Carolis Donna con fiori

 

Si rifà all’antico ma guardando al presente Mario Ceroli che affianca alla grande tradizione classica di Botticelli la cultura popolare, cinematografica. La sua “Goldfinger/Miss” del ‘64 si apparenta alla serie dei film di 007, in cui la protagonista muore soffocata da una vernice dorata. Come quella usata dall’artista per coprire la sagoma in legno reiterata più volte della sua Venere che si riconosce dai capelli mossi dal vento. In una saletta una serie di foto all’albumina, mentre uno specchio rimanda l’immagine di bronzetti di nudi e dietro scorre un film dominato dalla donna fatale.

 

 

VirginiaTomescu Scrocco Gioco di bambine 1913 olio su tela

 

La ritrattistica occupa il lungo corridoio del livello superiore. Una carrellata di linguaggi femminili e di vari interpreti che ci restituiscono il modo di vedere la donna, malinconica, ironica, pensosa, riflessiva, diversa. Come la governante orientale ritratta da Primo Conti. E pezzi notevoli come “Donna alla toletta” di Antonio Donghi, “Nel parco” di Amedeo Bocchi. Spicca fra tutti in fondo di Giacomo Balla il ritratto “Il dubbio” del 1907-08 che rappresenta la moglie Elisa in una posa insolita e moderna, mentre si volge indietro quasi per interrogare lo spettatore.

 

Giuseppe Carosi Angelo dei crisantemi 1921

 

E un focus su Fausto Pirandello con l’olio “Il remo e la pala” del ’33 (e altri dipinti) prestato dal Museo del Novecento di Milano in cambio di un Trombadori e di un Sironi (“La famiglia”, unica opera del Museo) concessi per l’esposizione di Margherita Sarfatti. Una mostra nella mostra, Il quadro del mese” che si ripeterà fino a ottobre con altri artisti.

Al terzo piano c’è la donna moglie e madre. Insieme alle “Mogli dei marinai” di Massimo Campigli (la sola di Via Crispi), rielaborato da Felice Casorati in chiave novecentesca il tema biblico di Susanna e i vecchioni del ’29 diventa segno d’incomunicabilità, mentre il gioco di specchi di Ferruccio Ferrazzi approda a un’indagine interiore.

 

Giulio Aristide Sartori le veneri savie 1890

 

 

Infine gli anni Sessanta dell’emancipazione femminile. Della contestazione anche del modo di fare arte. E della lotta al maschilismo che permea il mondo dell’arte.

 

 

Mario Ceroli Miss Goldfinger 1962 legno dorato

 

Galleria d’Arte Moderna di Roma – Via Francesco Crispi, 24. Orario: martedì – domenica 10.00 – 18.30, chiusura lunedì e  il 1 maggio. Fino al 13 ottobre 2019. Info:  tel. 060608.

Laura Gigliotti

Laura Gigliotti: Senese di nascita e romana d’adozione. Iscritta all’Ordine Nazionale dei Giornalisti di Roma dall’81, ha pubblicato in modo continuativo per quotidiani e riviste cartacee: da “La Voce Repubblicana” a “Mondo Economico”, a “ Il Tempo”, “il Giornale”, “Il Sole 24 Ore”. E per giornali online come “Visum” e “Quotidiano Arte”. Senza contare interventi saltuari in numerose pubblicazioni fra cui “Le città” e il “Corriere della Sera”. Sempre di cultura e società in senso lato e in modo specifico di archeologia, architettura, arte e musica. E di libri, di Roma e del Vaticano.