Al Teatro Tirso De Molina Pino Ammendola in scena

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Pino Ammendola ripropone al pubblico del Teatro Tirso de Molina, un suo divertente testo dal titolo “Uomini alla crisi finale”, già andato in scena con successo 7-8 anni fa. Testo che oggi egli ha voluto legare a un importante slogan di rilevanza sociale: “Dipendo dagli amici, non dal gioco“. Insomma, si tratta di un’operazione in cui l’Autore e regista si schiera contro il gioco d’azzardo e a favore dell’amicizia vera, che definisce come l’unico territorio rassicurante in cui muoversi.

La storia si svolge in un modesto locale seminterrato, una specie di garconnière dove per anni quattro amici si sono ritrovati, ogni lunedì, per giocare a poker e parlar male delle proprie donne.

 

Di loro, Nicola (che non compare in commedia), inseguito dalle donne e dai e creditori, sparisce nel nulla; addirittura il giudice ne dichiara la morte presunta. E gli altri tre amici, Pino, Ciccio e Angelo, solo dopo tanto tempo trovano il coraggio di rimettere piede nel loro piccolo rifugio segreto, che però sembra essere stato frequentato da qualcuno.

Ritrovarsi lì significa per loro dare il via a tutta una serie di emozioni, di ricordi dei bei tempi andati, nel nome dell’amicizia che univa tutti e quattro. Ma a un bel momento, la chiave gira nella toppa, la porta si apre ed ai loro occhi appare un’affascinante ragazza ukraina, la quale, con la massima naturalezza, sostiene che da quasi un anno, tutti i lunedì, entra al buio in quel locale per fare l’amore a turno con ognuno di loro. Ovviamente, Pino, Ciccio e Angelo cadono dalle nuvole, non avendo mai visto la splendida Anja… purtroppo per loro. Prende forma quindi un mistero, o meglio, un’ipotesi. Non sarà mica Nicola che è tornato di nascosto, e senza avvisarli?

D’altro canto, la ragazza rivela di essere già stata pagata da una misteriosa organizzatrice per essere disponibile con loro fino alla mezzanotte. Il mistero cresce, ma anche la tentazione diventa fortissima: i tre entrano quasi in competizione per conquistarsi i favori di Anja, ma qualcosa inconsciamente li frena: l’idea che qualcuno si spacci per loro li turba, anzi arrivano anche a sospettare l’uno dell’altro, ma alla fine si chiariscono le idee e, seppur malvolentieri, di fatto rinunciano alla bella ragazza che si offre loro in tutta la sua bellezza. Non resta che rimettersi a giocare, ma solo per rinsaldare l’amicizia.

Non sveliamo il resto del finale, ma possiamo dire che la bella Anja, ottimamente interpretata da Anna Jimskaja, rappresenta la metafora della tentazione, quella che rischia di far vacillare il buon senso e tutti i sensi di ciascun essere vivente.  Ed il messaggio che l’Autore vuole lanciare è proprio questo: gli amici, tutti insieme, restando uniti, possono riuscire anche in cose altrimenti impensabili.

La commedia sin dalle prime battute si rivela ricca di battute e gags comiche: caratterizzata da un ritmo serrato e da tempi comici perfetti, diverte e incuriosisce il pubblico, che ride di gusto e applaude a scena aperta.

I tre attori sul palco compongono un magnifico gruppo. Pino Ammendola (nel ruolo ricorrente del “professore” come già in altri suoi lavori) ci regala una comicità di spessore, a volte colta, a volte popolare, ma sempre pungente e a spesso irresistibile. Giorgio Gobbi (perfetto nel ruolo di Ciccio) si conferma ancora una volta attore di razza: travolgente la sua spontanea comicità, specialmente quando fa la parte del perenne “allupato”.

Angelo Maggi da par suo ci propone un Angelo convincente, spavaldo, intellettuale, che così risulta fortemente brillante.  Anna Jimskaja, poi, è bravissima nel mettere in imbarazzo i tre amici, con la sua sconvolgente sensualità.

 

 

Nel complesso, abbiamo assistito a una bella commedia, che funziona e che scorre in maniera fluida, grazie anche alla regia dello stesso Ammendola, che riesce a fondere in un mix ben equilibrato comicità e riflessione, ricordi, emozioni, ma anche messaggi importanti.

Salvatore Scirè

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giornalista e fotografo – commediografo e regista teatraleLaureato in Giurisprudenza, ha studiato lingue straniere e musica. In campo giornalistico si è occupato di vari temi, ma ha sempre prediletto il reportage geografico, formando testi e foto e pubblicando su importanti testate nazionali.E’ autore di tre libri fotografici: Roma nel cuore (Rizzoli Editore l982, prefazione di Carlo Lizzani) Gargano spettacolo della natura (Ed. Magnus 1987, prefazione di Nantas Salvalaggio) Roma colori del tempo (Il Capitello 1989 - II ediz. 2000 - prefazione di Giulio Andreotti). Ha pubblicato il saggio umoristico Donne... maneggiare con cura! (Liux Edizioni 2012)Da 22 anni scrive per il teatro come commediografo; da 16 anni si occupa anche di regia teatrale. Ha scritto una ventina di commedie, tra cui Professione separata! Ciao papà, ti presento mia madre!Cocktail di scambi; C’è un morto giù in cantina!

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