Intervista con Giuseppe Zeno

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Dopo il successo televisivo su Raiuno di Tutto può succedere 3 e in attesa di vederlo accanto a Vittoria Puccini nella nuova fiction, sempre su Raiuno, Mentre ero via, Giuseppe Zeno torna al suo primo amore, il teatro. Visum l’ha intervistato.

 

Attualmente e fino al 14 ottobre è in scena alla Sala Umberto di Roma con lo spettacolo Non si uccidono così anche i cavalli?, il testo scritto da Horace McCoy nel 1935 dal quale Sidney Pollack ha tratto il film del 1969, oggi diretto da Giancarlo Fares, reduce dal successo de Le Bal. L’Italia balla dal 1940 al 2001.

 

Giuseppe, parliamo di questo spettacolo, del suo personaggio e perché questo titolo

Il titolo è ispirato dal testo scritto da Horace McCoy e tra vari ritmi swing, canzoni e band dal vivo, si racconta la storia di una folle maratona di ballo dove i partecipanti che sono ballerini, aspiranti attori, tutti disperati e in cerca di successo, per guadagnare vitto e alloggio e per farsi notare anche da registi e produttori presenti in sala, ballano per giorni senza interruzione, diventando oggetto di scommesse da parte del pubblico. Io interpreto Joe, organizzatore e mattatore, trascinatore di questo show crudele e massacrante per i partecipanti”.

Questo spettacolo vuole lanciare un messaggio alla platea?

Certamente. Il messaggio è un atto di accusa verso il pubblico che è attratto morbosamente da questo tipo di gioco al massacro e che si diverte a vedere questi poveretti che soffrono, stentano davanti a prove infernali, tentano di rimanere in gara fino alla fine. Secondo me McCoy già negli Anni ’30 ha precorso i tempi ed ha anticipato dove saremmo arrivati con l’intrattenimento. Ed è quello che oggi vediamo nei reality”.

A proposito di reality, che ne pensa di questo genere di intrattenimento, visto che anche lì, come in questo spettacolo, c’è l’eliminazione dei partecipanti?

I primi trasmessi in tv li ho seguiti, poi con il tempo penso che abbiano perso d’interesse. Anche quella è una forma d’intrattenimento, che ha una sua fascia di pubblico. I reality possono piacere o no, io non ho nulla in contrario, sono fonte di lavoro per tanti addetti ai lavori come macchinisti, scenografi. Molte volte mi incuriosiscono da un punto di vista sociale, ma sono contrario alle bassezze che non tollero”.

In questo periodo si sta dividendo fra teatro e tv con la fiction che la vedrà accanto a Vittoria Puccini. Ci anticipa qualcosa?

Contemporaneamente al teatro sono sul set di Mentre ero via, una fiction Rai in sei puntate con Vittoria Puccini che mi impegnerà fino a novembre, che chiude la trilogia al femminile dopo Un’altra vita con Vanessa Incontrada e Sorelle con Anna Valle. Io interpreto un velista che cercherà di aiutare una donna vittima di un incidente, dandole il suo appoggio morale”.

 

Cosa c’è poi nel suo futuro artistico?

Tanti progetti teatrali e altrettanti cine-televisivi. Ho solo l’imbarazzo della scelta. Chiaramente li sto vagliando e sposerò poi il progetto più stimolante”.

Giancarlo Leone

 

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