Momento super fortunato per l’attore, autore e regista Francesco Branchetti. E’ in tournée per l’Italia con quattro commedie che lo vedono nei vari ruoli o di regista, o di autore o di attore. E a novembre debutterà con un altro spettacolo, di cui curerà la regia, intitolato Una settimana, non di più… che vede protagonista Milena Miconi. Visum ha intervistato il poliedrico artista.
“Sì è davvero un momento molto felice e fortunato. A novembre debutterò con un nuovo spettacolo con Milena Miconi, un testo di Michel Clement, Una settimana, non di più…, con Antonio Conte e Mario Antinolfi e sono molto contento di confrontarmi con la commedia pura e sono convinto che con un cast di meravigliosi attori come questo il risultato non possa che essere eccellente. Naturalmente lo spettacolo, dopo il debutto romano, sarà in tournée e proseguirà fino ad aprile. Poi debutterà a dicembre al Teatro di Tor Bella Monaca, sempre a Roma, Lezioni di burlesque – The secret show di Valdo Gamberutti, con Giulia di Quilio: si tratta di uno spettacolo molto particolare sul mondo del burlesque, affrontato con ironia ma anche con tanto mistero e raffinato erotismo”.
“Inoltre proseguirà la tournée Il diario di Adamo ed Eva, con Barbara De Rossi e me, che ha debuttato al Festival di Borgio Verezzi quest’estate e proseguirà anche Debora’s Love con Debora Caprioglio con la mia regia e ad aprile tornerà in scena Il viaggio di Ecuba con Isabella Giannone”.
“Più che lanciare un messaggio, Il viaggio di Ecuba di Gianni Guardigli è uno spettacolo che porta in scena soprattutto il dolore e la sofferenza di chi è costretto a lasciare il proprio paese e racconta ‘il viaggio nella solitudine e nello strazio dell’anima’ che spesso tutto questo comporta e ci fa conoscere un personaggio divorato dal dolore e dalla più schiacciante disperazione come quella di Ecuba; l’Ecuba del nostro spettacolo è un personaggio moderno, contemporaneo che vive oggi la condizione della profuga e dei profughi e che in molti aspetti ci riporta all’Ecuba classica; ma il nostro è uno spettacolo profondamente incentrato sulla contemporaneità dell’essere straniero, profugo, orfano e privo di tutto, osteggiato, disprezzato e profondamente ‘non voluto’”.
“No, le assicuro che è assolutamente tutto vero”.
“In realtà avevo visto Giulia in molti spettacoli e film e sapevo dei suoi successi nel burlesque in Italia e all’estero ed è nata l’idea con Valdo Gamberutti di creare uno spettacolo sul burlesque ma soprattutto sulla donna e le sue prismatiche sfaccettature, uno spettacolo pieno di senso del ‘mistero del femminile’, di seduzione nel senso più profondo del termine e di raffinato erotismo”.
“Il mio intento quando affronto la commedia e in testi interessanti anche psicologicamente come questo è quello di far uscire dal testo, dai personaggi e dalle caratterizzazioni che si creano, con la maggiore evidenza possibile, tutto quello che, relativo a vizi o a virtù, può appartenere allo spettatore, tentando di far sì che lo spettatore si riconosca e alla fine, ridendo di sé stesso, abbia un’opportunità per riflettere e, chissà, forse per cambiare, per migliorare senz’altro, avendo la possibilità di mettere a distanza quello che nella vita di tutti i giorni lo coinvolge troppo, per poter essere critico e analitico nei confronti di sé stesso. La morale, quindi, è che finché si riesce a ridere di sé stessi c’è speranza”.
“La mia preferenza va senz’altro a chi ha vissuto i miei spettacoli senza barricarsi dietro la tecnica, l’esperienza o altre cose di questo tipo e ha regalato sé stesso al mio spettacolo portando in scena i lati più inesplorati e talvolta complessi ed oscuri della sua personalità; quando è successo è stato meraviglioso ed è arrivata la magia e a questo genere di attori va sempre il mio pensiero e la mia gratitudine”.
“Ci sono alcuni progetti con attori di grande personalità che ‘inseguo’ da anni e il progetto soprattutto di continuare a credere negli ‘incontri’ e in quello che possono far nascere di bello e sorprendente”.
Giancarlo Leone