Lo scultore Amin Gulgee a Roma

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Amin Gulgee Installazione non completa ( manca l’opera sul terreno)

Alla Galleria d’Arte Moderna di Roma si è inaugurata il 31 maggio e resterà visibile fino al 30 settembre 2018, l’installazione internazionale di Amin Gulgee, artista pakistano, che attraverso la scultura manifesta la spiritualità dell’uomo, sempre laicamente. E’ curata da Paolo De Grandis e Claudio Crescentini e co-curato da Carlotta Scarpa, con Zetema progetto cultura. 

Amin Gulgee
Operai che preparano il terreno per il completamento dell’installazione

Questa mostra fa parte del progetto espositivo “From La Biennale di Venezia& OPEN to Roma”, che mostra le opere esposte alla Biennale modificate specificatamente per Roma. Lo scopo è di unire le prospettive d’arte delle due città, permettendo a chi non è potuto andare nella città lagunare di godere comunque delle opere degli artisti più noti. E’ un appuntamento realizzato da PDG Arte Comunications con l’Ambasciata della Repubblica del Pakistan in Italia.

 

Amin Gulgee
Particolare dell’installazione

 

L’opera, modificata specificatamente per la Galleria d’Arte Moderna e montata dallo stesso Autore, ha per titolo”7”. L’artista pakistano che ha studiato negli USA alla Yale University è laureato in Economia e Arte. Il suo medium è il metallo e la sua ispirazione si deve alla sua laicità e alla poesia come forma d’arte. Infatti l’opera è ispirata alla pace fra i popoli e all’amore umano. La sua arte si ispira alla civiltà buddista e alla calligrafia islamica.

 

 

Amin Gulgee
Particolare dell’opera

In questo lavoro l’artista parte da un frase in arabo trascritta nella scrittura nakshi che significa in questo caso universale. Gulgee divide la frase del titolo in sette parti con leggerissime installazioni in bronzo, scultura situata nel chiostro/giardino della GAM di Via Crispi. La frase risulta così scomposta e ripetuta più volte risultando così illeggibile e quindi assumendo il valore di universalità del segno. Sotto la frase/segno l’artista pone un tappeto di lettere di carbone e rame, non calpestabile, che ripete sempre scomposta la stessa frase, creando un confronto tra la verticalità delle opere e l’orizzontalità del tappeto, come metafora della terra e del cielo.

 

Amin Gulgee
Inizio dell’installazione

All’apertura Amin Gulgee ha invitato uno stuolo di poeti che hanno letto le loro poesie ispirate al tema dell’opera. Non solo, ma il pubblico visitatore è invitato a scrivere frasi ispirate dall’opera con dichiarazioni di pace e amore che messe in appositi contenitori saranno inviate a Karachi, dove saranno lette d’artista in un grande spettacolo pubblico. Una riflessione ideale di amore tra Europa e Asia, tra Roma e Karachi, città unite dal pensiero espresso nell’opera da Amin Gudgee.

Un’opera importante che porterà il pubblico intelligente a recarsi alla GAM.

Emilia Dodi

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