Incontro con Giancarlo Fares

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L’anno scorso era stato già un successo, tanto che proprio alla Sala Umberto di Roma. erano state prorogate le repliche. E quest’anno, nello stesso teatro, quasi a chiusura di stagione, Le Bal – L’Italia balla dal 1940 al 2001 ritorna dal 15 al 27/05 per soddisfare le tante richieste di pubblico che aveva gradito questo genere di spettacolo. Per capire perché tanto interesse intorno a questo spettacolo abbiamo fatto due chiacchere con il regista Giancarlo Fares, nonché uno dei protagonisti di questo teatro senza parole, un racconto che non è fatto di voci, ma di suoni, musica, gesti e movimenti del corpo.

Come è nata l’idea di raccontare, attraverso il ballo, la storia italiana dal 1940 al 2001?

Nasce da un format francese del 1980 dove ognuno racconta la storia del proprio Paese. Abbiamo seguito l’incipit iniziale e poi la formazione dello spettacolo. Il format termina – spiega Giancarlo Fares – con gli anni ’80. Io, invece, ho raccontato fatti salienti di tre decenni di storia. E’ uno spettacolo che amo molto perché partendo dal film Ballando Ballando di Ettore Scola che raccontava la storia francese, ho immaginato di voler raccontare la storia italiana e dopo dieci anni sono riuscito a realizzare questo sogno”.

Che musiche compongono lo spettacolo?

Musiche di genere italiano, ma non solo, ma quelle più importanti, con canzoni di Mina, Celentano, Modugno, Enrico Ruggeri, Claudio Villa, ma anche i Pink Floyd. Nel 2001 si arriva a toccare anche la musica di tipo elettronico”.

 

 

 

Lo spettacolo ha già girato l’Italia. Come ha reagito il pubblico?

All’inizio rimane spiazzato, poi diventa del tutto partecipe del lavoro, si lascia completamente andare e, alla fine, il pubblico arriva a ballare con noi”.

 

L’anno scorso è stata una scommessa vinta. Invece quest’anno cos’è?

Una certezza. Questo spettacolo è stato l’anno scorso una delle poche realtà sicure della stagione, tanto è vero che adesso ritorna a furor di popolo alla Sala Umberto, dove già l’anno scorso è stato prorogato. Questo spettacolo ha successo perché fa ridere ma anche emozionare, specialmente quando narra della guerra. E’ uno spettacolo graffiante come un film di Monicelli”.

 

Anche l’anno prossimo lei sarà in cartellone con un nuovo spettacolo

Sì, quest’anno quasi chiudiamo la stagione attuale della Sala Umberto. A settembre prossimo, dal 25/09, sarò sempre io a riaprirla con un gran titolo, Non si uccidono così anche i cavalli? di Horace McCoy da cui fu tratto il film omonimo. Ho ridotto, adattato il testo e dirigerò 16 attori che sto ancora scegliendo con dei provini. La musica e le canzoni swing sono di Piji, compositore e cantautore romano. Anche questo sarà, come Le Bal, un grande progetto e debutteremo ad agosto, come trampolino di lancio, al Festival di Borgio Verezzi”.

Giancarlo Leone

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