Quattro donne e una canaglia

0

Al Teatro Manzoni di Roma, fino al 22 aprile, la divertente pièce di Pierre Chesnot, adattata in italiano da Mario Scaletta, 4 donne e una canaglia, che vede protagonisti Gianfranco D’Angelo, Barbara Bouchet, Corinne Clery, Marisa Laurito, Ester Vinci, Nicola Paduano. La regia è firmata da Nicasio Anzelmo.  

4 donne e una canaglia è uno spettacolo teatrale molto divertente e gioca tutte le sue carte sul rapporto irresistibile tra uomo e donna. La pièce racconta la storia di Walter (Gianfranco D’Angelo), anziano e scatenato latin lover, maschio crudele ed egoista che, nonostante l’età (nella commedia è un sessantottenne, mentre l’attore nella realtà ha 80 anni) si divide tra l’attuale consorte Brigida, interpretata da Marisa Laurito, l’ex moglie, Barbara, interpretata da Barbara Bouchet, Corinne Clery, nei panni dell’ex amante, Kathrine, recentemente lasciata. Un conquistatore seriale.

A turbare la precaria quiete delle tre donne è la nuova giovane amante, Roberta, 35 anni, interpretata da Ester Vinci. Nel cast anche Nicola Paduano, nel ruolo di Paolo, amico di Walter, scrittore di libri horror, in grave crisi per il suo difficile rapporto con la parola “sangue”.

 

 

Quella che va in scena è una commedia leggera, anche sexy, con allusioni mai volgari, un’incalzante serie di situazioni surreali e divertenti.

Il profilo stravagante di questi personaggi lascia spazio anche a delle riflessioni sull’attuale visione della donna, visto che Walter cambia donna ogni qualvolta la vede lavorare a maglia, azione che la trasforma ai suoi occhi in una signora anziana priva di avvenenza, a prescindere dall’età e dall’estetica. Ma, nel contesto di un salotto borghese come tanti, è la risata a prendere piede in ambedue i tempi, tra una festa di compleanno mal riuscita, tentativi di fuga con la giovane amante da parte di Walter, svenimenti, sbornie, baruffe e persino tentati omicidi.

4 donne e una canaglia risulta uno spettacolo intelligente, con una bella freschezza narrativa con i giusti tempi comici. Tutti gli attori si muovono perfettamente e sono ben compenetrati nei loro ruoli, supportati da una regia che non si sofferma sul ridicolo ma fa in modo che la trama scorra via con precisione e senso del reale. Il susseguirsi di malintesi irresistibili e di battute al fulmicotone fanno dello spettacolo un bel racconto dei rapporti complicati tra l’uomo, eterno Peter Pan, e la propensione alla comprensione delle donne. Uno spettacolo da vedere perché mette in evidenza quel rapporto mai risolto e che mai si risolverà, tra uomo e donna.

Giancarlo Leone

Nessun commento