Recital di Gianfranco Jannuzzo

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É andato in scena al Teatro Ghione un interessante lavoro di Gianfranco Jannuzzo e di Renzina Barbera che racconta degli italiani esaminati attraverso l’uso dei vari dialetti che contraddistinguono la nostra variegata penisola.

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Perché proprio i dialetti al centro dell’attenzione di Jannuzzo? L’originale ricerca che l’attore siciliano conduce ed analizza è senz’altro all’origine dell’idea in quanto secondo l’autore proprio i dialetti costituiscono il naturale mezzo di comunicazione che attraverso la grande ricchezza di sfumature che li distinguono risulta spontanea ed in grado di delineare il carattere interiore di chi ne fa uso.

 

L’Italia è una grande fucina di dialetti ed ogni italiano è orgoglioso del suo, ma tutti i dialetti, sottolinea Jannuzzo nel suo recital, costituiscono il mezzo per la vera unione umana del popolo italiano: un campanilismo innato caratterizza ognuno di noi ma, grazie a Dio, ancora oggi siamo tutti orgogliosi di appartenere al bel paese.

 

Recital Jannuzzo espone in questo spettacolo, i suoi pezzi migliori, quelli che fanno parte del grande curriculum che l’attore ha accumulato nel corso della sua brillante carriera ma anticipa e recita anche alcune novità con le quali dedica la sua attenzione alla sua isola natale, la Sicilia.

 

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La descrive proprio così com’è: un tantino amara ma allegramente vissuta, triste per la sua ancora evidente arretratezza ma spensierata, un’isola che in ogni caso, posta com’è al centro del Mediterraneo costituisce il grande mezzo di comunicazione con i popoli del bacino, popoli di culture diverse ma umanamente a noi vicini.

Recital Quanto forma oggetto dell’apparente carattere contraddittorio del siciliano, Jannuzzo lo descrive in maniera simpaticamente allegra, ma anche malinconica, colma di personale insoddisfazione per quanto il suo popolo non ha ancora avuto malgrado possegga tutte la caratteristiche per non essere secondo a nessuno in quanto a ricchezza di cultura, paesaggio, grande umanità ed ospitalità.

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Ne descrive le contraddizioni, le umiliazioni subite nel corso dei secoli passati ed anche quelle ancora purtroppo evidenti, ma lo fa con una grande signorilità, con una eleganza sommessa ma efficace che lascia stupito quello spettatore che non ne conosca anche i pregi in quanto dell’isola oggi ne vengono esaltate soltanto le contraddizioni.

 

Recital E proprio quel dialetto che sa di Africa ma anche di Magna Grecia Jannuzzo esalta ed utilizza come mezzo di straordinaria comunicazione con il pubblico riuscendo a far comprendere i fasti del passato che ora non sono più (evidente il riferimento a Federico secondo di Svevia) ma anche le tristezze di oggi che il siciliano vive tutto sommato in allegra apatia proprio a causa del suo carattere introverso, forsanche, a volte, sottomesso. Veramente grande Jannuzzo che qui recita su un palcoscenico del quale è padrone assoluto, un mattatore degno di quel teatro che fu di un’altra grande,non siciliana ma piemontese, Ileana Ghione.

Andrea Gentili  

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