ESCHER in esposizione a Pisa

0
M.C.. Escher Occhio 1946 Mezzatinta cm.16.5 Collezione Gemeentemuseum Den Hag All.M.C. Escher works© The M.C. Escher Company B.V-Baarn-The Netherlands

In Palazzo Blu a Pisa fino al 28 gennaio 2018 c’è una mostra dedicata al grande artista olandese dal titolo “ESCHER Oltre il possibile” con più di 100 opere. E’ realizzata da Mondo Mostre, Fondazione Palazzo Blu e Fondazione Pisa con la collaborazione del Gemeentemuseum Den Hag, Arthemisia Group e Escher Foundation. E’ curata da Stefano Zuffi.  

M.C. Escher
Mani che disegnano 1948 litografia cm.28,2×33,2 Collezione Gemeentemuseum Den Hag
worhs ©The M.C. Escher Company B.V-Baarn The Netherlands

Le mostre di Escher in Italia sono state molte e sempre di grandissimo successo per quest’artista (1898-1972) che ha amato tantissimo il nostro Paese con lunghi soggiorni negli anni 20’ e30’ del Novecento. Ormai gli estimatori hanno compreso che le sue creazioni sono un’unione tra matematica e cristallografia e una riflessione sui temi di spazio e infinito, dove all’arte è unita la matematica e la musica. Escher per i codici matematici è stato edotto dal suo maestro incisore Samuel Jessurum de Mesquita che lo ha portato a considerare la matematica –razionale della tradizione ebraica unita a quella islamica nel confronto con le avanguardie europee.

M-C. Escher
Altro Mondo 1947 Xilografia cm.31,8×26,1 Collezione Gemeentemuseum Den Hag All.
M.C. Escher works©M.C.Escher Company B.V-Baarn Netherlands

Durante le sue visite dei vari luoghi italiani non poteva certo mancare quella a Pisa dove da tempo immemorabile l’Università si dedica alle ricerche matematiche e scientifiche. Per i codici matematici il maestro si è riferito anche a quanto appreso dall’inglese Roger Penrose mentre per la cristallografia è stata la sua amicizia con MacGillavry, i tutto unito alla musica di Bach.

La sua visita all’Alhambra del 1938 è stata quella che lo ha portato ai giochi delle tassellature come si evince da alcune opere in mostra tra le quali Cielo e Acqua e Metamorfosi. Attraverso la cristallografia ha creato quelli che vengono definiti oggetti impossibili.

 

M.C. Escher
Belvedere 1958 Litografia Collezione Gemeentemuseum Den Hag All. M.C. Escher works
©M.C. Escher Company B.V. Baarn Netherlands

 

Le sezioni dell’esposizione sono nove: Volti, Animali, Oggetti e riflessi, Geometrie e ritmi, Paesaggi, Architetture fantastiche, Nature e Autoritratti, per far conoscere al meglio e più dettagliatamente il suo pensiero. Così si possono citare per Volti la xilografia del 1922 quando era alle prime armi; per Animali Metamorfosi II del 1939 dove in quasi quattro metri di lunghezza sono accostati 20 fogli di stampa che è un’evoluzione della prima opera anch’essa in mostra. Per Oggetti e Riflessi sono presenti Emblematica e la Natura morta con specchio; mentre per. Geometrie e ritmi c’è tra le altre Stelle litografia del 1948 dove diversi solidi di muovono nel cielo traendo ispirazione dal testo De divina Proporzione di Luca Pacioli. 

 

M.C.Escher
Stelle 1948 Xilografia cm.32×26 Collezione Geemeentemuseum Den Hag All M.C. Escher
works ©the M.C. Escher Company B.N,. Baarn Netherlands

 

 

Per Paesaggi ci sono in mostra quelli di luoghi italiani dove Escher vede l’unione tra architettura e natura. L’Artista è una sezione che vuole mettere il punto sul suo essere del tutto un artista con le opere del Grande occhio e Le Mani che disegnano se stesse. Architetture fantastiche sono quelle dove l’artista esclude la prospettiva classica con le deformazioni della visione curva come in Balconata del 1945 Sopra e Sotto e Relatività.

 

 

M.C.Escher
Stelle 1948 Xilografia cm.32×26 Collezione Geemeentemuseum Den Hag All M.C. Escher
works ©the M.C. Escher Company B.N,. Baarn Netherlands

 

Con Nature si vedono le incisioni di soggetto botanico come Tre mondi e per Autoritratti è valida la sua affermazione: “L’ideale del vero artista consiste nella riflessione cristallina di se stesso” dove è in mostra Mano che sorregge una sfera specchiante o Autoritratto in uno specchio sferico del 1935.

Quest’esposizione presentata in maniera differente dalle altre merita anch’essa grande successo.

Emilia Dodi   

Nessun commento