Uno dei film più spiritosi e divertenti di questa XXXIIa edizione del FIFF di Namur che ha presentato 140 pellicole di lingua francofona, è stato sicuramente Drole de père, della giovane ed avvenente regista belga Amélie van Elmbt che, nel 2013, al Festival Premier Film di New York, si è assicurata la vittoria, con La Tête la première, il suo primo lungometraggio già presentato a Cannes con notevole successo. Film che Amélie ha prodotto in proprio, finanziandolo con l’eredità lasciatale dalla sua mamma quattro anni prima.
A quattro anni di distanza eccola di nuovo in pista con Drôle de père, con Lina Doillon, Thomas Blanchard, Judith Chemla e Alice De Lenqueasaing, un lavoro veramente notevole, pieno di grazia, di humour e che, vi lascia con la sensazione di avere passato ottantasei minuti di puro divertimento all’insegna dell’intelligenza.
Come prima reazione, gli chiude la porta in faccia, trattamento più che corretto per cinque lunghi anni di abbandono, ma poi, la vince il pragmatismo, lei deve partire o si o si, la bambina non ha la tata e comunque è imperativo trovare una soluzione. Così riapre la porta e rincorre Antoine che sta risalendo in moto, gli lascia le chiavi di casa e gli dice di stare con Elsa finché non arriva la bambinaia, che dovrebbe essere lì a momenti…
Mariangiola Castrovilli