Body to Body alla Galleria Nazionale

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Goldschmied & Chiari Dispositivo di Rimozione #dalla serie Genealogia di Damnatio Memorie 2012

Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma tra le altre mostre temporanee c’è la collettiva “Corpo a Corpo” degli artisti che hanno preso in considerazione il linguaggio del corpo tra 1960 e il ‘70. L’esposizione resterà aperta fino al 24 settembre 2017, a cura di Paola Ugolini. Catalogo Silvana editoriale

Goldschmied & Chiari
Dispositivo di Rimozione #dalla serie Genealogia di Damnatio Memorie 2012

L’ esposizione prende in considerazione il periodo che va dagli anni ’60 ai ’70 del Novecento nei quali rompendo tutte le tradizioni, alcuni artisti decisero che nell’arte visiva poteva essere inserita la pratica della danza, della pittura, della musica, della fotografia, del cinema e del video, poiché fare arte doveva comprendere il tutto. In questo preciso momento alcuni si dedicarono ad utilizzare il corpo come mezzo espressivo e ricerca sperimentale che ha influenzato e influenza tutt’ora, alcune artiste italiane che uniscono le ragioni dell’estetica con quelle della politica.

Marina Abramoviƈ and Ulay
Relation in Space 1976

L’ avanguardia degli anni ’60, che è quella presa in considerazione, evidenza i nomi di grandi artisti che hanno ognuno con il loro medium espressivo, portato avanti questa ricerca. Così ci sono le opere di Marina Abramovich, l’artista che nelle sue performance attuali esplora le relazioni tra pubblico e corpo, Tomaso Binga, Sanja Ivekofiƈ, Ketty La Rocca, Gina Pane con le sue sculture penetrabili e ancora Suzanne Santoro e Francesca Woodman, nonchè alcune pioniere della danza riprese dagli scatti di Antonio Abate.

Tomaso Binga
Alfabetiere pop H 1977

Tra le artiste italiane contemporanee  che si dedicano al linguaggio del corpo non possono essere dimenticate la coppia formata da Eleonora Chiari e Sara Goldschied, Chiara Fumai Premio VAF che ha esposto al Macro nel 2016, Silvia Giambrone, Valentino Miorandi, Alice Schivardi e l’artista del collettivo di Parigi Claire Fontaine, tutte loro fanno riconoscere l’arte che la critica americana degli anni ’70, Lucy Lipppard, considerava un contributo al femminismo “Un’arte che fosse esteticamente e socialmente efficace allo stesso tempo, caratterizzata da un elemento di divulgazione e da un bisogno in connessione al di là del procedimento e del prodotto”.  

 

GIP 1973 Action II caso n.2 sul ring

 

Nulla nasce dal nulla, si può parlare di corsi e ricorsi artistici.

Emilia Dodi

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