Al 67° Festival di Sanremo si è classificato al terzo posto dopo Fiorella Mannoia e Francesco Gabbani con il brano Vietato morire. L’anno scorso si era aggiudicato il terzo posto fra le Nuove Proposte. Visum ha intervistato Ermal Meta.
Ermal, l’anno scorso era fra le Nuove Proposte, quest’anno fra i Big. Ha sentito la differenza sostanziale?
“Sono salito sul palco con lo stesso spirito dello scorso anno, che poi è quello della condivisione. Ho solo fatto più interviste ed ho avuto più attenzione mediatica”.
“Ero in studio, stavo registrando e l’ho scoperto guardando la televisione. Sono rimasto sbigottito, non me l’aspettavo, anche se ovviamente ci speravo tanto. Sono contentissimo che Carlo Conti mi abbia voluto dare un’altra grande occasione”.
“Avevo voglia di condividere un abbraccio universale. La canzone non parla di violenza domestica o di un passato difficile, ma di disobbedienza alla violenza. Bisogna imparare a disobbedire a ciò che mette a repentaglio la propria felicità e la propria serenità, è questo il messaggio importante”.
“Il passato è un ottino strumento per modificare il presente e il futuro. Al di là del passato che ci interessa poco, bisogna usare quello che si ha nel proprio bagagliaio della vita”.
“Vietato morire rispecchia pienamente la mia multi-facciale proprietà musicale, a me non piace fare confusione di genere. Le canzoni di questo album sembrano scritte tutte da persone differenti. E’ un doppio cd in vendita –sottolinea – al prezzo di un album singolo, e contiene anche Umano; i brani che lo compongono sono 18, di cui 9 inediti. Ad arricchire l’album due importanti collaborazioni: Elisa in Piccola anima e Luca Vicini dei Subsonica ne La vita migliore”.
Giancarlo Leone