“Burri. La poesia della materia” ad Alba

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Manifesto della mostra
Manifesto della mostra

Alla Fondazione Ferrero di Alba c’è sino al 30 gennaio 2022 una grande retrospettiva di Alberto Burri, uno dei più importanti e innovativi artisti italiani del ‘900, intitolata “Burri. La poesia della materia“. La mostra è organizzata dalla Fondazione Ferrero in collaborazione con il Museo Palazzo degli Albizzini Collezione Burri di Città di Castello. E’ curata dallo storico dell’arte e curatore Bruno Corà presidente della Fondazione stessa.

Bruno-Corà
Bruno Corà

 

Il titolo della mostra “Burri. La poesia della materia” come segnalato da Bruno Corà rappresenta esattamente ciò che è stato il lavoro di questo grandissimo artista, uno dei protagonisti dell’arte del Novecento, in Italia e all’estero.

 

Alberto Burri Rosso 1952
Alberto Burri Rosso 1952 Città di Castello Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri

Il progetto della mostra che è stato ideato da Bruno Corà appositamente per gli spazi della Fondazione Ferrero si declina in una serie di sale che accolgono le opere di varie dimensioni. La scelta delle opere in mostra copre un arco temporale che dal 1945 sino alle ultime opere datate 1993, vicine alla scomparsa dell’artista nel 1995. Tra le opere esposte, ci sono le prime del cicli dei catrami, delle muffe dei sacchi, delle combustioni, dei legni, dei ferri, delle plastiche dei cretti e del cellotex, esperienze particolari per il contemporaneo, che hanno il nome dei materiali che l’artista ha impiegato trasformandoli in bellissime opere d’arte contemporanea.

 

Alberto Burri Grande cretto nero museo di capodimointe 1975
Alberto Burri Grande cretto nero museo di capodimointe 1975

Il curatore della mostra spiega che il titolo Burri. La poesia della materia deve essere preso alla lettera.” Non si tratta affatto di un ennesimo generico invito a considerare l’importanza decisiva della materia nella poetica di Burri .Ai visitatori della mostra di Alba, proponiamo invece di assistere a un’indagine in fieri di un rapporto strettissimo non solo a livello di fruizione estetica, ma autenticamente strutturale, costruttivo, tra l’opera di Alberto Burri e la parola in versi, la grande poesia del ‘900 e non solo. E’ stato Giuseppe Ungaretti, tra le voci più grandi del XX Secolo a pronunciare una indimenticabile sentenza verso l’arte di Alberto”.

 

Franca Maria Ferrero
Franca Maria Ferrero

Per volere della Presidente della Fondazione Ferrero, Maria Franca Ferrero, e in conformità con il motto della Fondazione “Lavorare, Creare, Donare” tutti gli eventi espositivi sono stati gratuiti, lo stesso avverrà, per la mostra di BurriLa poesia delle materia”.  Questa mostra ha avuto la medaglia del Presidente della Repubblica ed è realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo, con il patrimonio della città di Alba ed la partecipazione della Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea della città di Torino.

 

Alberto Burri Ritratto fotografico
Alberto Burri Ritratto fotografico

 

Inoltre è previsto un servizio di mediazione culturale riferita alla mostra, dove 12 mediatrici e altrettanti mediatori culturali istruiti dalla storica dell’arte Giorgina Bertolino dialogheranno con i visitatori, per introdurli all’opera di Alberto Burri. Tutto sempre gratuitamente.

 

 

Alberto Burri Grande Cretto di Gibellina, 1985-2015
Alberto Burri Grande Cretto di Gibellina, 1985-2015

Al centro della città di Alba gli spazi espositivi del Palazzo Banca d’Alba offrono parallelamente alla mostra della Fondazione Ferrero una ulteriore possibilità di conoscere la poetica di Burri.  L’esposizione Burri e il cretto di Gibellina a cura di Bruno Corà, Tiziano Burri Sarteanese, Stefano Valeri, è dedicata all’opera di land art e site specific, che Burri ha realizzato a Gibellina, il paese siciliano interamente distrutto dal terremoto del Belice del 1968 trasformandolo in un simbolo di rinascita stessa.

Il Maestro umbro nel 1985 e nel 1989 e avvia la composizione del Grande Cretto bianco concluso nel 2015 dopo la sua morte, utilizzando il cemento bianco, per trasformare le macerie irrecuperabili della città vecchia, in un vero sudario rivolto alla memoria del tragico evento. Da questa operazione prende forma un’opera ciclopica di 80 mila metri quadrati, tra le più estese del mondo.

Savina Fermi

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