Una mostra di Mirò a Mamiano di Traversolo

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Joan Miró, Ate, 1976, olio su tela. Foto Joan Ramon Bonet. Archivo Successió Miró. © Successió Miró, by SIAE 2021

La Fondazione Magnani Rocca in occasione di Parma Capitale della Cultura 2021 presenta nella famosa “Villa dei capolavori” con la collaborazione della Fondazione MAPFRE di Madrid, una mostra di Joan Mirò. La mostra si avvale di 50 opere quasi tutte ad olio. Curatore Stefano Roffi. Catalogo Silvana Editoriale 

Joan-Mirò -Femme-oiseaux-constellations-1976-olio-su-tela.-Foto-Joan-Ramon-Bonet.-Archivo-Successione
Joan-Mirò -Femme-oiseaux-constellations-1976-olio-su-tela.-Foto-Joan-Ramon-Bonet.-Archivo-Successione

E ‘veramente importante che la Fondazione Magnani Rocca sia riuscita a presentare dall’11 settembre al 12 dicembre 2021, una mostra di Joan Mirò artista catalano celeberrimo in tutto il mondo che non ne ha avute poi molte in Italia. Il celebre artista spagnolo è vissuto nell’epoca più vivace della storia dell’arte, attraversando tutti i periodi poiché è vissuto fino a 90 anni. Considerato da André Breton, teorico del surrealismo come si evince dal suo testo, un surrealista della prima ora, i suoi lavori hanno colori vivacissimi in perfetto contrasto fra loro, creati con linee sottili che presentano sensazioni, emozioni immediate, e suggestioni.

 

 

Joan-Mirò Femmes-et-oiseaux-II-1969-olio-su-tela.-Foto-Joan-Ramon-Bonet.-Archivo-Successi-Mir.
Joan-Mirò Femmes-et-oiseaux-II-1969-olio-su-tela.-Foto-Joan-Ramon-Bonet.-Archivo-Successi-Mir.

Nato a Barcellona nel 1893 è morto a Palma de Maiorca nel 1983. E’ stato due volte residente a Parigi, la prima alla nascita del surrealismo, la seconda per raccogliere fondi nella rivoluzione contro i franchisti  e la monarchia, ritornando sempre a Palma de Maiorca. Celebratissimo solo in tarda età, ha vinto numerosi premi anche in Italia nel 1973 comminatogli dall’Accademia dei Lincei. A Barcellona la fondazione da Lui creata detiene molte delle opere dell’artista.

 

Joan-Mirò Le-Chant-de-loiseau--la-rose-de-la-lune-1955-olio-su-cartone.-Foto-Joan-Ramon-Bonet.-Archivo-Successi
Joan-Mirò Le-Chant-de-loiseau–la-rose-de-la-lune-1955-olio-su-cartone.-Foto-Joan-Ramon-Bonet.-Archivo-Successi

E’ stato pittore, scultore, sceneggiatore, ceramista avendo  in ogni tematica affrontata molto successo. Fu definito da “Jacques Prevertun Innocente con il sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni”. Per un certo tempo si è interessato alla musica, alla letteratura componendo opere surrealiste con gli stessi meccanismi psicologici adottati nella pittura; talvolta compaiono anche nei diari e questo lo accomuna a Luigi Magnani fondatore della Magnani Rocca.

 

Joan-Mirò Peinture-1973-olio-su-tela-forata.-Foto-Joan-Ramon-Bonet.-Archivo-Successi-Mir.
Joan-Mirò Peinture-1973-olio-su-tela-forata.-Foto-Joan-Ramon-Bonet.-Archivo-Successi-Mir.

La mostra si avvale di 50 opere quasi tutte ad olio, e propone un percorso presentato come una partitura musicale che evidenzia la sfida dell’artista contro la pittura tradizionale. Come scritto da Stefano Roffi curatore della mostra: “ con opere come Cheveaux mise en fuite par un oiseau dove Mirò letteralmente massacra la pittura comunemente intesa con un certo parallelismo con l’Espressionismo americano, con l’idea che la pittura dovesse essere un getto continuo scaturito da una profonda esplosione creativa, pur garantendo alle proprie forme una dirompente integrità individuale malgrado le metamorfosi subite”.

Joan-Mirò -Personnage-et-oiseaux-devant-le-soleil-1976-olio-su-tela.-Foto-Gabriel-Ramon.-Archivo-Successi-Mir.
Joan-Mirò -Personnage-et-oiseaux-devant-le-soleil-1976-olio-su-tela.-Foto-Gabriel-Ramon.-Archivo-Successi-Mir.

 

Ad essere particolarmente documentati in mostra sono gli ultimi decenni di attività di Mirò, con tele di grande formato e poetica bellezza come Personnage et oiseasux devant le soleil e Personnage devant la lune, e termini ricorrenti che Egli reinventava, con frequenza con l’uso costante di simboli come le stelle, gli uccelli e la donna, e le fantasiose rappresentazioni di teste, nello stesso tempo sottolineando influenze così diverse come la tradizione popolare, la calligrafia asiatica, i graffiti urbani. La pittura di Mirò tende all’astrazione però nelle variopinte forme accostate tra loro e nelle loro raffigurazioni, fanno apparire cieli stellati.

 

 

La sua straordinaria attività di illustratore, è messa in evidenza in mostra dal libro d’arista di Tristan Tzara del 1950 con 72 grandi tavole. Come dichiarato dal curatore:” Visitare la mostra significa viaggiare dentro i sogni di Mirò perché questa è la trama della sua arte”.

Nulla da aggiungere se non che è un’occasione rara da non perdere.

Anna Camia

 

 

 

 

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