Venere Divina a Mantova

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A Mantova a Palazzo Te dal 22 marzo al 12 dicembre 2021 si apriranno tre mostre dedicate al mito di Venere, all’amore e alla bellezza dal titolo “Venere Divina Armonia e Bellezza”. 

Giulio Romano e allievi
Il bagno di Marte e Venere Camera di Amore e Psiche
1527-1528 affresco Mantova, Palazzo Te Foto: Gian Maria Pontiroli
© Fondazione Palazzo Te

E’ un progetto che si sviluppa in tre mostre tutte dedicate al mito di Venere nel bellissimo Palazzo TE di Mantova affrescato da Giulio Romano. Fu costruito come luogo di addestramento dei cavalli e nel contempo sembra sia divenuto il buen retiro di Federico II duca di Mantova. Venere è stata sempre un mito per la sua bellezza e promesse di amore che sottometteva Dei e Uomini. Il progetto è organizzato dalla Fondazione Palazzo TE e Museo Civico di Palazzo TE, promosso dal Comune di Mantova con il patrocinio del MIBACT e il contributo della Fondazione Banca Agricola Mantovana.

Giulio Romano e allievi Venere allo specchio e Amore Volta del Camerino di Venere 1527 Affresco Mantova, Palazzo Te Foto: Gian Maria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te

Sono tre mostre e un programma di eventi che cercano di trovare una risposta alla domanda “perché questo mito resta nei secoli e ha ispirato tanti artisti”: La mostra vuole cercare di dare una risposta a questo quesito vedendolo come rappresentazione del senso di rinascita, dall’antichità ai tempi moderni e questo per completare la riflessione sul femminile, iniziata nel 2018 e proseguita nel 202, ora in tre momenti espositivi. Un programma molto interessante che permette di vedere opere di musei internazionali con dipinti di Cranach, Guido Reni, Tiziano e Dosso Dossi, sculture, arazzi e libri rari.

Afrodite velata II secolo a. C. marmo pario con patina giallastra
Mantova, Palazzo Ducale, Galleria dei Mesi 133x50x45 cm circa Mantova, Comune di Mantova in deposito presso Palazzo Ducale (Galleria dei Mesi) Foto: Gian Maria Pontiroli
© Fondazione Palazzo Te Su concessione del MiBACT, Palazzo Ducale di Mantova

La prima mostra è quella del Mito di Venere a  Palazzo TE che si apre il 21 marzo fino al 12 dicembre 2021 e permette al pubblico di poter scoprire le oltre 25 rappresentazioni di Venere tra stucchi e affreschi. Il percorso è dotato di guida cartacea e multimediale. Durante il percorso c’è l’esplosione della scultura della Venere velata della collezione del Comune appartenuta a Giulio Romano e conservata presso La Galleria dei Mesi ai i Palazzo Ducale e dall’arazzo realizzato Venere nel giardino con i putti realizzato dai tessitori fiamminghi, frutto di un complicato acquisto da parte della Direzione Musei del MIBACT con il sostegno della Fondazione Palazzo TE, anch’esso  su disegno dello Giulio Romano.

 

 

 

 

Tiziano Venere che benda Amore
1560-1565? olio su tela, 118×185 cm
Roma, Galleria Borghese © Galleria Borghese

La seconda tappa parte dal 22 giugno con la mostra Tiziano Venere che benda amore che fino al 5 settembre vede a Palazzo TE il capolavoro proveniente dalla Galleria Borghese di Roma. Questo dipinto presenta Eros piccolo appoggiato sul grembo di Venere che lo benda mentre un altro piccolo, probabilmente Anteros osserva la scena. E’ un capolavoro assoluto dei vertici del mito di Venere nel Cinquecento. Durante il periodo estivo l’esedra del Palazzo sarà ripensata per poter ospitare momenti performativi e artistici, parte de public progress dedicato al mito di Venere.

Dosso Dossi Il risveglio di Venere 1524-1525 circa olio su tela, 0x157 cm Bologna/Milano, Collezione Magnani, proprietà Unicredit Milano© Collezione UniCredit Milano

Terza e ultima tappa aprirà il 12 settembre 2021 ed è quella che indaga il mito dal titolo Venere, Natura, ombra, bellezza curata da Claudia Cieri Via che dura fino al 12 dicembre 2021 e indaga le origini del mito e la creazione recuperando leggende ed iconografie cinquecentesche che possono spiegare la nascita. La mostra recupera la diffusione del mito alle corti cinquecentesche europee integrando il legame con le acque, i giardini, i parchi con la bellezza delle donne dell’epoca.

 

Una sezione indaga anche i pericoli del personaggio e i legami con maghe e streghe con il culto del mito di Venere. Questo per sommi capi. La mostra ha avuto un importante comitato scientifico di Stefano Baia Curioni, Francesca Cappelletti, Claudia Ceri Via e Stefano L’Occaso.

Anna Camia  

 

 

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