Talent Prize 2020 al Museo Canonica

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Ugo Gualandris Finalista Talent Prize 2020

On line il Museo Canonica presenta il vincitore, i finalisti i e i premi speciali degli artisti. Peccato non possano essere visti di persona nel museo, che fa parte della splendida cornice di Villa Borghese a Roma, a causa del Covid-19.

 

Giulio Benasson Finalista Talent Prize2020

Il premio internazionale Talent Prize per le arti visive dedicato ai giovani artisti, fondato da Guido Talarico e realizzato da Inside Art e il supporto della Fondazione Cultura e Arte, si può vedere sul sito www.talentprize.it e che tramite contenuti multimediali, racconta le opere e fa conoscere gli artisti e parlare del Talent Prize, mostrando l’impegno di tutti i partner e gli sponsor, che hanno dato il loro aiuto.

 

 

 

 

Simone Cametti finalista Talent Prize 2020

L’allestimento è molto semplice tramite la riproduzione per immagini attraverso le opere del vincitore, dei finalisti e dei premi speciali della 12esina edizione. Il primo premio è andato all’installazione titolata Salvati dell’artista Francesco Fonassi, che è seguito dai finalisti: Giulio Bensasson, Bea Bonafin, Pamela Breda, Simone Cametti, Diego Gualandris, Diego Miguel Mirabella, Caterina Silva, Marco Strappato, Giovanni Vetere.

 

 

 

 

Gianni Vetere finalista Talent Prize 2020

In via del tutto eccezionale, quest’’anno hanno avuto un premio anche Pamela Breda seconda classificata con il film sperimentale The Unforeseen, che tratta il tema di come la realtà virtuale stia cambiando la nostra vita e quella dell’intera collettività. Terzo classificato con The future is bright che è composta da un’istallazione di fiori bianchi sui quali si legge un scritta destinata a scomparire. Un’illusione che crolla lasciando solo un’eco.

 

 

 

Di Luzio

Il vincitore Francesco Fonassi ha creato due sculture simili alle colonne di Santa Maria in Trastevere dalle quali mediante una registrazione dovuta al suono di una fisarmonica e dalle tracce provenienti dai dischi in vinile a 78 giri, della sua collezione privata, tramite i suoni emessi dalla fisarmonica, cambiano e si tramutano in un canto di religione congolese, divenendo un respiro affannoso che diventa una specie di contagio, che le colonne ripetono e rimbalzando creano una continua cassa di risonanza. Lo spazio quindi si contrae gonfiandosi e creando un luogo di vibrazione d’intensità.

Potendo si dovrebbe scrivere di tutti.

Savina Fermi

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