Riparte la stagione del teatro India di Roma

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Il Teatro India di Roma, dà il buon esempio e tra conta degli spettatori in presenza e voglia di esorcizzare la stagione buia degli spettacoli dal vivo, speriamo alle spalle, apre magicamente la scena.

Il sipario si alza sull’allestimento de ”La Gaia Scienza: la rivolta degli oggetti” testo di Vladimir Majakovskjj. Sul palco giovani leve quali Dario Caccuri, Carolina Ellero e Antonio Santelena che prendono in carico l’eredità dello storico gruppo d’esordio, nato nel clima della controcultura romana degli anni Settanta, formato da Giorgio Barberio Corsetti, Mario Solari e Alessandra Venzi, che restano comunque dietro le quinte, in veste di registi e drammaturghi dell’operazione.

Slanci muscolari e di poesia, bilico tra corpi e parole, impedimenti verbali e fisici cercano una sintesi tra la sperimentazione russa ed epoca attuale, scomposta e in bilico, inafferrabile e simbolica.

 

Una performance vicina al Teatrodanza in cui si respira la contaminazione tra poesia, avanguardie del XX secolo e arte contemporanea. Il pensiero di Majakovskjj sembra intravedersi, diventare quasi fisico, in cerca di spazio materiale che dia spazio alla sua creatività.

 

L’allestimento scenico fatto di specchi, corde, sedie in sospensione, vuoto-pieno, violini e cappotti ricorda l’indistinto e lo straniamento di Kandinsky.

Elementi e linguaggi del corpo e della materia si incontrano e si scontrano, come atomi impazziti della Materia, in un concetto rivoluzionario di Scienza. Ne esce un balzo emotivo e visivo di grande impatto e la convinzione che forse, anzi certamente, un secolo fa fosse già chiara a chi gettasse lo sguardo oltre quale fosse la risultanza della tecnologia sull’anima umana. Non sempre Gaia.

In replica al Teatro India di Roma fino al 25 ottobre e poi in tour.

Francesca Pistoia

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