BEN HUR, ovvero una storia di sopravvivenza

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Al Teatro Golden di Roma, era previsto fino al 1° novembre, ma in realtà è terminato il 25 ottobre per la chiusura dei teatri dal 26 ottobre per paura dei contagi legati al Covid 19, lo stupendo spettacolo firmato da Gianni Clementi, Ben Hur, per la regia di Nicola Pistoia che vede protagonisti lo stesso Pistoia, Elisabetta De Vita e Paolo Triestino.

Il titolo Ben Hur si ispira al film kolossal del 1959 e richiama le tematiche di attualità affrontate nello spettacolo, razzismo e nuovo schiavismo, il rapporto tra schiavi e i padroni della società attuale, l’immigrazione, la paura del diverso, lo sfruttamento sul lavoro, tematiche affrontate da Gianni Clementi in modo nuovo e brillante, con una semplicità da suscitare nel pubblico momenti di profonda riflessione, ma anche di grande ilarità.

La trama. Nella periferia romana, impoverita e incattivita, è ambientata la storia di Sergio, un sardonico Nicola Pistoia, uno stuntman caduto in disgrazia dopo un avvio eccellente addirittura che con Spielberg nel film Salvate il soldato Ryan, Sergio si ritrova infortunato e in attesa di risarcimento, che forse non avrà mai, per sbarcare il lunario si arrangia a posare vestito da centurione per i turisti davanti al Colosseo. Sua sorella Maria, interpretata da Elisabetta De Vito, è separata e per arrotondare lavora stancamente in una chat erotica, durante i lavori domestici.

Il contrasto evidente fra le frasi “sono tutta nuda” e la sua mise da perfetta massaia crea subito ilarità, che ben presto si accompagna alla disperazione per il disagio economico. Maria non riesce ad arrivare alla fine del mese, vive in quella casa fatiscente con il fratello Sergio e si è ormai rassegnata.

 

A rompere la monotonia quotidiana arriva Milan, interpretato da Paolo Triestino, clandestino bielorusso, in Italia da soli due giorni, in patria ingegnere che parla quattro lingue, ma che pur di darsi da fare e guadagnare qualcosa da mandare a casa è disposto a fare qualsiasi tipo di lavoro, anche a sostituire Sergio nel ruolo di centurione. Milan si rivela subito dotato di uno spirito di adattamento ed umiltà che l’italiano medio ha ormai dimenticato o accantonato. Comincia così uno strano rapporto di sfruttamento dell’italiano sullo straniero, un atteggiamento sbilanciato che nel tempo si ammorbidisce, si trasforma in aiuto, sfiorando l’affetto, alimentato dagli introiti economici raddoppiati da quando Milan sostituisce Sergio nel lavoro. Il bielorusso sembra instancabile e sorride sempre, cantando “Grazie Roma” e “Maja Ljubomaja” (La mia amata). Tutto procederebbe bene, se Milan non avesse un segreto, difficile da confessare.

Nel finale, però, si ha un totale regresso alla grettezza più profonda, l’amicizia che stava nascendo viene recisa senza ripensamenti e le ultime frasi dello spettacolo sono come coltellate nella schiena a tutti i miglioramenti della loro condizione di vita ma soprattutto del loro animo per mezzo del nuovo arrivato. In quest’ottica i famosi versi della canzone che chiude lo spettacolo “Grazie Roma” di Venditti sembra che ringrazino ironicamente Roma e la romanità di averci resi più insensibili e diffidenti rispetto allo straniero, da sempre sfruttato come uno schiavo.

Nicola Pistoia è bravo e completamente a suo agio nel ruolo un po’ da “sfigato” di Sergio. Fanno ridere i suoi modi, gli atteggiamenti, la sua romanità e anche la sua mimica facciale. Paolo Triestino fa ancora meglio, porta in scena uno straniero perfetto, quando ringrazia il pubblico alla fine dello spettacolo quasi ci si stupisce che sia romano. Il suo lavoro denota molta più fatica rispetto a Nicola, che sembra agire quasi d’istinto: si vede la ricerca e la difficile immedesimazione nel personaggio, anche con l’aiuto di un bielorusso vero.

La Maria di Elisabetta De Vito è vera sia quando è depressa, sia quando rivede un po’ di serenità grazie a Milan, tanto da risultare ancora più incisiva nel finale, determinata e cattiva.

Ben Hur, uno spettacolo molto interessante, coinvolgente, dai risvolti comici che bene si intervallano alla riflessioni e alle condanne.

Una curiosità: la sera della prima al Teatro Golden di Roma, lo spettacolo festeggiava la sua 537° replica, dopo 12 anni di tournée in tutta Italia. Un vero record. Peccato che queste sono state le ultime repliche, per giunta interrotte anticipatamente dalla chiusura dei teatri dal 26 ottobre.

Giancarlo Leone

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