Biennale di Venezia Architettura 2020

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Venezia Chiesa di Saint George

Alla prossima Biennale di Venezia Architettura la Repubblica Domenicana presenterà il progetto dell’architetto Lidia León Cabral, Connéxion, curato da Roberta Semeraro.

Lidia León Cabral
Connéxtion Veduta Interno Chiesa di Saint George

Alla futura XVII Biennale di Venezia Architettura che si terrà dal 20 agosto al 20 novembre 2020, il Padiglione della Repubblica Domenicana presenterà il progetto Connéxion dell’Architetto Lidia León Cabral curata dal critico d’arte Roberta Semeraro. Connéxtion, si riferisce agli interni della Chiesa di Saint. George, progetto che ha il sostegno della Fundación Lileón in collaborazione con l’Associazione Culturale Italiana RO.SA.M e con Iris Peyron presidente della stessa.

Lidia León Cabral
Connéxtion particolare dei pannelli interni Chiesa Saint George Venezia

Connéxion è un progetto di architettura d’interno che prevede un esempio concreto di convivenza tra individui in un spazio comune e per questo è stata scelta la Chiesa anglicana di Saint George a Venezia proprio perché     questa religione è di per sua natura pluralista dove convivono armoniosamente diverse condizioni in materia di culto di molte comunità internazionali. L’intervento è stato volutamente destinato alla navata centrale dove si possono riconoscere persone di diverse nazionalità. E’ stata concepita prima del Covid-19 e negli spazi c’ è una specie di giardino autunnale.

Lidia León Cabral
Connéxtion particolare dei pannelli interni Chiesa Saint George Venezia

La Leon infatti, che è nata a Santo Domingo nel 1987, già nel 2014 faceva parte di un Comitato destinato all’innovazione dello sviluppo urbano della città. La Leon attraverso il su lavoro continua ad esplorare la filosofia Wabi Sabi, che inerisce la ciclicità della natura, osservandone i cicli stessi con ammirazione e gratitudine, unendo così architettura, arte e rispetto del mondo vegetale. Per questo ha concepito il progetto disegnandolo con la sensibilità dell’artista contemporanea composto da semplici frammenti di foglie di tabacco nel ciclo della trasformazione della materia.

Lidia Léon Cabral foto Luis Nova

L’architetto Leon ha progettato “uno spazio collettivo semplice nella struttura e organico nella forma, funzionale e affettivo”, così lo definisce la curatrice Roberta Semeraro. Si tratta di pannelli, come detto, realizzati con foglie di tabacco autunnali lasciate essiccare dalla Leon che ricoprono i vecchi termosifoni di ghisa che interferivano con l’ambiente sacro. Cambiata l’illuminazione, i pannelli posizionati sotto le grandi finestre sono retroilluminati diffondendo così una luce che è quella omogenea nelle tonalità calde delle foglie, questi si integrano benissimo con la costruzione settecentesca.

Curatore Roberta Semeraro

Questa visione cosmica con i movimenti ciclici discendenti- ascendenti delle foglie mette in relazione la visione terrena con quella spirituale. I visitatori della Biennale 2020 avranno così   la sensazione di essere connessi gli uni agli altri nel giardino di Lidia Leon. Iniziative complementare avranno luogo durante il periodo della mostra di Venezia e nella Repubblica Domenicana.

Emilia Dodi

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