Per conoscere meglio Raffaello

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Skira che ha pubblicato il bellissimo e ponderoso catalogo dedicato alla mostra delle Scuderie del Quirinale ora chiusa a causa del Covid-19, ha nel contempo editato altri tre libri per far conoscere meglio il Divin Pittore.

A chi interessasse conoscere meglio Raffaello Sanzio, Skira ha pubblicato, oltre al catalogo della mostra, anche tre libri interessanti che ne danno un’idea approfondita. Il primo, forse il più facile pe il pubblico, è “Raffaello Il giovane favoloso” scritto da Cristiano D’Orazio noto critico d’arte e curatore del MACRO I di Roma dal 2014 al 2017, che interessa in particolare storie, aneddoti e retroscena della vita privata dell’Urbinate facendo parlare i personaggi che Raffaello ha dipinto per dare un’idea più approfondita della sua vita attraverso coloro che l’artista ha amato, stimato e ritratto.

Il secondo testo “Raffaello Il trionfo della ragione” mette in luce il suo pensiero prettamente rinascimentale, che mette l’uomo e il suo spazio al centro dell’universo come è ben descritto nella sua opera “Il matrimonio della Vergine” conservato a Brera, dove il protagonista assoluto è lo spazio umano per la prima volta forse così ben delineato. Questo testo più specifico inerente la sua opera, è stato redatto dal critico d’arte Luca Nannipieri.

 

Il terzo e ultimo, è specifico perché tratta della famosa lettera che Raffaello scrisse a Papa Leone X sulla protezione e conservazione degli antichi edifici e fa conoscere il pensiero non solo del pittore, ma anche dell’architetto. E’ la lettera che con Baldassare Castiglione, l’Urbinate scrisse nel 1519 nella quale perorava la causa a favore degli antichi monumenti dato il loro stato di degrado, attribuendo alla condotta scellerata degli uomini del passato il degrado stesso. La seconda parte inerisce la proposta di Raffaello per un metodo da lui ideato onde eseguire la precisa misurazione degli edifici e ai modi di riproporre la struttura architettonica e le decorazioni interne ed esterne dei monumenti antichi. E’ redatto da Valerio Terraroli professore ordinario di storia della critica d’arte, Storia delle arti decorative, Museologia e Storia del restauro presso l’Università degli Studi di Verona.

Emilia Dodi

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