Sette Artisti per un Main Project

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Ed Atkins Safe Conduct 2016 video a tre canali Courtesy L’Artista e Cabinet Londra Collezione Sandretto Re Rebaudengo

A Bologna al MAMbo c’è la collettiva di sette artisti che ha aperto la stagione espositiva 2020. E’ curata da Lorenzo Balbi con Sabrina Samori. Resterà aperta fino al 3 maggio 2020. Catalogo Edizioni MAMbo.

Luca Francesconi
Senza Titolo ( uomo malato) 2018 Bronzo 30×15 cm. Courtesy l’Arstista

 

 

Quest’esposizione è un Main Project di ART CITY Bologna 2020 il programma istituzionale per mostre, eventi, e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna. Gli artisti contemporanei sono: Ed Atkins, Luca Francesconi, Apostolos Georgiou, Ragnar Kjartansson, Susan Philips, Cally Spooner, Apichatpong Weerasethakul, ognuno con il proprio linguaggio artistico che indaga il tempo del Loop, della ciclicità nella contemporaneità.

 

Apostolos Georgiou
Untitled 2019 acrilico su tela 2280×230 cm. Courtesy L’Artista

 

In effetti nell’attuale il tema della ciclicità e del superamento lineare del tempo, è divenuto il tema dei fisici e ha portato questi artisti a metterlo come punto centrale della loro ricerca. Quindi il progetto espositivo ha diversi approcci: quello sociologico che riguarda l’impatto delle nuove tecnologie e dei nuovi metodi di organizzazione del lavoro; quello filosofico e religioso che si basa sulla conoscenza di credenze basate sull’olismo, nella reincarnazione e sulla ciclicità temporale; quello ecologico che mette in luce nuovi proponimenti nella produzione e consumi basati su una conoscenza della cultura rurale.

 

Ragnar Kjartansson
Bonjour 2019 Performance come parte di Seul celui qui connait le déstin presso
Palais Tokyo Parigi .Dal 21 novembre2015 al10 gennaio 2016 ogni giorno per 12 ore. Foto
Iustine Emard Courtesy l’Artista, Lukhring Augustine New York e 18 Gallery Reykjavik

I sette artisti presenti sono tutti dediti alla questione temporale mediante performance, video, scultura, pittura, fotografia e installazione. Sarebbe interessante poter parlare per esteso di ciascun artista, ma sarà necessario darne di ognuno solo una sintesi. Apostolos Georgiou (1952) vive e lavora a Atene e dipinge uomini e donne in ambiente domestico o lavorativo dove nella loro quotidianeità vivono una vita familiare e lavorativa banale e alienante. L’artista dipinge con pennellate decise e squadrate.

 

Cally Spooner
Drag Drag Solo, 2016 Proiezione a canale singolo su schermo divisorio trasparente sospeso,
senza suono 11’-20 “ Commissionato dal Centre d’Art Contemporaine Genève per
l’Edizione 2016 de la Biennale de l’Image en mouvement.-Veduta della mostra

Ragnar Kjartansson (1976) che vive e lavora a Reykjavík mette in discussione gli stereotipi della vita contemporanea La sua ricerca inerisce i cicli narrativi e linguistici prodotti dalla cultura occidentale che includono tra l’altro l’oggettivazione del corpo femminile, la figura dell’artista dannato, il machismo, il romanticismo nord europeo. Katy Spooner (1983) vive tra Atene e Londra e presenta un video circa i mezzi di informazione che arrivano al controllo della vita degli individui, in particolare si interessa della capacità di questi avverso i sistemi economici. Spooner pensa che la strategia di resistenza che l’arista può mettere in atto serva a mantenere irrequieto spazio e tempo.

Luca Francesconi
Senza titolo (spina di pesce) 2018 Bronzo 40×15 Courtesy l’Artista

Luca Francesconi (1979) vive e lavora a Mantova. La sua teoria è che la natura con la sua capacità di rinnovarsi ciclicamente, permetta all’essere umano di vivere seguendo un ritmo circolare dove ogni giorno tutto si presenti sotto una nuova forma. Molto noto presenta opere storiche e nuove. Apichatpong Weerasethakut (1970) tailandese, alla base ha anche il concetto di reincarnazione. La sua ricerca inerisce i legami tra la cultura occidentale e quella orientale, che si riferiscono alle politiche economiche estrattive di forte impatto ambientale. Presenta un cortometraggio.

Ed Atkins (1982) vive e lavora a Londra. Presenta la sua ricerca circa la creazione della individualità in un’epoca dove impera la mediazione digitale. I suoi video riguardano l’artista nei momenti nei quali è immerso nella solitudine e disperazione.

Mostra interessante come tutte quelle che presenta il MAMbo.

Anna Camia

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