Le foto di Ara Güler a Roma

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Il Museo di Roma in Trastevere è la tappa italiana della mostra itinerante di foto in bianco/nero di Ara Güler (1928-2019) importante fotografo turco dedicata a Istanbul e agli ospiti illustri che l’hanno visitata. E’ aperta fino al 3 maggio 2020.

Ara Güler è stato un grande fotografo turco che ha fatto parte dell’Agenzia Magnum, e con altri incarichi, è stato corrispondente per l’Oriente prima per Time nel 1956 e poi per Paris Match e Stern nel 1958, ha vinto numerosi premi internazionali concessi anche da Governi, e dopo la sua morte avvenuta nel 2018 è stata promossa questa mostra a Londra, Parigi, Kyoto e New York prima di approdare a Roma.

L’esposizione è promossa a Roma Capitale Assessorato alla Crescita Culturale e presentata dalla Presidenza della Repubblica di Turchia in collaborazione con il Museo Arara Güler e l’Archivio e Centro di Ricerca Ala Güler. Il fotografo ha prodotto numerosi libri di foto di luoghi internazionali e molti della sua Patria, realizzando nel 1958 un reportage che portò all’attenzione del pubblico la città dimenticata di Afrodisia e facendo conoscere al mondo il Monte Menuit.

Il suo archivio conta oltre due milioni di foto alcune delle quali sono presenti in mostra. Il suo amore per la Turchia tutta, si può notare nella mostra romana dove è visibile la sua lucida testimonianza della storia e della società turca. L’esposizione comprende in particole le foto scattate a partire agli anni ’50 e nelle 45 vedute esposte c’è la preziosa testimonianza, in bianco e nero, di Istanbul dove è nato, e di un’umanità ormai quasi scomparsa dalla memoria.

A questa si aggiunge una sezione con 37 foto di personaggi importanti nel mondo dell’arte, letteratura, politica e cinema che hanno frequentato la Turchia tra le quali quella di Winston Churchill, di Papa Paolo VI, di grandi registi italiani come Bertolucci e Fellini e della nostra Sophia Loren.

Il Presidente Recep Tayyip Erdogan lo ha ricordato come un grande artista che lascerà un segno indelebile nella memoria della Turchia.

Anna Camia