Incontro a teatro con Franco Oppini

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Franco Oppini è un oratore nato, parla di tutto senza avere dubbi o incertezze. Attore poliedrico, sposato al teatro oltre che all’astrologa Ada Alberti, dopo un primo matrimonio con Alba Parietti, mantovano, trasferitosi a Roma per amore, da giovedì 23 gennaio è sul palco del Teatro Marconi dove è protagonista dello spettacolo, Cocktail per tre (titolo originale Caprichos) di Santiago Moncada. Con lui in scena Miriam Mesturino e Marco Belocchi, che firma anche la regia. Visum ha incontrato Franco Oppini.

Franco, parliamo di questo spettacolo. Perché questo titolo?

E’ la storia di un triangolo amoroso questa volta non classico. Cristina, interpretata da Miriam Mesturino, è separata da Gianni, da me interpretato; lei intrattiene da qualche tempo una relazione con Vittorio, Marco Belocchi, uomo politico, sposato anch’esso. Mentre questi è all’estero per impegni politici, Cristina – spiega a Visum – riceve la visita del suo ex marito e inevitabilmente finiscono a letto. Così mentre Gianni la mattina sta andando via, ecco che arriva inaspettatamente Vittorio. I due uomini s’incontrano e così l’amante, paradossalmente, diventa cornuto. Altro non posso dire”.

“E’ una commedia molto frizzante, brillante, nel secondo tempo c’è un colpo di teatro inaspettato. Un bel testo di Moncada – continua- che mette a fuoco la psicologia dei personaggi in un testo accattivante. Lo spettacolo merita di essere visto perché non è banale, anzi tutt’altro. Tra noi attori c’è molta familiarità, siamo molto affiatati perché già avevamo lavorato insieme in altri spettacoli”.

Ricorda i suoi inizi con i Gatti dei Vicolo Miracoli? Nostalgia di quei tempi?

No, non si può parlare di nostalgia, gli inizi sono stati importanti per noi. Tutti noi ci conoscevamo dai tempi della scuola. Umberto Smaila era il mio compagno di banco: giusto io potevo mettermi vicino a lui che già allora era paffutello, mentre io ero magrissimo. Nella vita non ci siamo mai persi di vista – sottolinea Oppini–  anche se ci siamo separati, ma la nostra non è stata mai una separazione cruenta e non abbiamo mai litigato. Io, come Ninì Salerno, mi sono dedicato più al teatro, Umberto alla musica e Jerry Calà ha fatto cinema e fiction. Ma spesso e volentieri ci ritroviamo insieme”.

Come avete fatto ultimamente tutti e quattro nel film Odissea nell’ospizio

Sì, è stato un modo per ritrovarci tutti e quattro insieme come ai vecchi tempi. Jerry Calà ha curato la regia di questo film. Sapeva tenere bene la situazione in mano, era un regista di polso, anche se poi tutte le sere andando a cena noi tre lo prendevamo sempre in giro perché voleva darsi un tono come regista. Ma de che!!”.

Ha una bella carriera alle spalle. Cosa le manca che ancora non ha fatto e che le piacerebbe fare?

Mi manca di fare solo il circo, poi si può dire che ho fatto tutto. Spesso mi trovo a giocare a calcio con Stefano Orfei. Gli ho detto che una volta sarei andato al suo circo a fare degli sketch. Perché no?”.

Qual è la cosa che non sopporta nel mondo dello spettacolo?

La mancanza di professionalità e la meritocrazia il più delle volte non paga. E’ importante in teatro: lì o sei bravo, o sei bravo!! Molti personaggi durano poco perché non professionali, ma quelli bravi, quelli veri durano. Come Gerry Scotti che è simpatico, bonaccione. Piacerà sempre”.

Progetti futuri?

Tanti. Dopo questo spettacolo debutterò il 27 febbraio a Napoli con uno spettacolo su Gianni Rodari, Un’intuizione fantastica, dove si parla di bambini al centro del progetto educativo. Gireremo l’Italia, ma andremo – fa sapere – anche in Europa perché Rodari è molto conosciuto all’estero. Abbiamo già delle date a Zurigo, Monaco di Baviera, Copenaghen. Poi dal 19 al 22 marzo sarò al Teatro degli Audaci per la ripresa del divertente spettacolo Call center. Ogni tanto, quando me lo chiederanno, porterò in giro Mi ritorni in mente, dove esce fuori la mia vena rockettara, con la mia band, un omaggio alle canzoni degli Anni ‘60. In ottobre riprenderò lo spettacolo culturale e pop, L’Italia chiamò”.

Giancarlo Leone

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