“Facce ridere”: a teatro va in scena il vecchio Varietà

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Al Teatro Petrolini di Roma, fino al 1 marzo, è in scena Varietà Romano, che vede protagonisti Luciana Frazzetto e Sandro Scapicchio, per la regia di Massimo Milazzo. Uno spettacolo adatto a tutti, ricco di sketch, monologhi, gag, canzoni e situazioni comiche.

E’ uno spettacolo adatto a tutti, ricco di sketch, monologhi, gag e situazioni comiche, accompagnate da canzoni e musica dal vivo. Il divertimento inizia subito con Luciana Frazzetto che arriva dal fondo della sala teatrale, facendo finta di essere la donna delle pulizie, Sora Antonietta. Con la scusa di pulire la sala e il palco in attesa dello spettacolo, trovando già seduti in platea degli spettatori dialoga, scherza, si racconta. Ma perché il pubblico è già lì?

Si rende conto che ha fatto tardi e allora scappa dietro le quinte perché forse è ora che lo spettacolo inizi. Il varietà deve iniziare e, infatti, inizia: un’ora e mezza di divertimento esaltando Roma Caput Mundi, protagonista assoluta di questo varietà. Ed ecco sul palco Sandro Scapicchio che canta Tanto pe cantà di Ettore Petrolini e dopo, con la Frazzetto, canta La Banana, la famosa canzone portata al successo nel film Polvere di Stelle, che cantavano Alberto Sordi e Monica Vitti.

Ma chi è l’attrice per eccellenza che ha incarnato Roma tra gli Anni ‘40 e ’50? Anna Magnani, o meglio la nostra Nannarella rimasta nel cuore di tutti gli italiani, scomparsa nel settembre del 1973. Era d’obbligo un omaggio: a farglielo Luciana Frazzetto che la ricorda nella famosa canzone Fioraia del Pincio. Ma Roma è anche la comicità di Ettore Petrolini: tra i personaggi da lui creati Gigi er bullo, un finto duro di borgata che si caccia sempre nei guai, amato dalle donne e temuto dagli uomini perché sempre pronto a tirare fuori il coltello: ad interpretarlo, Scapicchio con tutte le mossette del boss. Seppur nato a Torino, ma diventato romano d’adozione, un altro attore che ha “cantato” Roma è stato Renato Rascel: e qual è la canzone con cui ha celebrato la Capitale?

Ovviamente Arrivederci Roma, cantata in coppia dalla Frazzetto e da Scapicchio. Oltre Anna Magnani, un’altra grande donna ha cantato la romanità: Gabriella Ferri, prematuramente scomparsa. Tante le canzoni cantate in dialetto, ma una l’ha consacrata al grande pubblico teatrale e televisivo: con Sempre, cantata con compenetrazione del ruolo dalla Frazzetto, la struggente sigla di chiusura del varietà Dove sta Zazà del 1973, la Ferri ha lasciato una delle pagine più belle della storia della musica italiana in televisione.

Se Anna Magnani ha dato volto a Roma nel cinema, Gabriella Ferri ha dato voce a questa città. Entrambe il “core”, il sangue, l’emozione. Ma la Ferri la ricordiamo anche in un’altra divertente canzone: La società dei magnaccioni che la coppia Frazzetto-Scapicchio ha riproposto coinvolgendo il pubblico piacevolmente divertito. Non poteva mancare l’omaggio al fiume che attraversa Roma, il Tevere: l’ha offerto Scapicchio con una famosa canzone del 1926, Barcarolo romano, di Romolo Balzani, entrata rapidamente nel repertorio “classico” delle canzoni romanesche, ancora oggi una delle più conosciute in Italia.

Tra battute, monologhi, sketch, si arriva al gran finale con Gita a li castelli, dove viene coinvolto il pubblico che applaude fragorosamente.

Che dire di Varietà Romano? Uno spettacolo che non tradisce le aspettative, dove il divertimento è assicurato, accompagnato da belle melodie, grazie all’accoppiata vincente Sandro Scapicchio e Luciana Frazzetto, ben guidata dalla sapiente e ben curata regia di Massimo Milazzo. Anche in questa occasione, Luciana Frazzetto, con la sua verve si dimostra spumeggiante, estroversa, grintosa, scoppiettante, travolgente, un vero istrione da palcoscenico, qualità già messe in mostra in altri lavori di qualità come questo.

 

Sandro Scapicchio si rivela uno di quegli artisti completo che ogni città dovrebbe avere come voce unica in grado di esprimere la vera anima di un popolo che pur non rinnegando mai la tradizione, guarda alla contemporaneità cercando di fare conoscere un’arte da considerare patrimonio prezioso da trasmettere.

Lo spettacolo, assolutamente da vedere, imperdibile, unisce parola e musica in un concerto di romanità, senza fare mai uso delle volgarità, mostrando come la tradizione romana possa essere anche oggi valida e riproposta, risultando ancora una volta vincente e applaudita.

Giancarlo Leone

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