Totò Peppino e la Malafemmina al Flaiano

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Al Teatro Flaiano, Antonello Avallone è in scena sino al 19 gennaio il nuovo allestimento della pièce Totò, Peppino e la Malafemmena.

L’attore regista ha curato l’adattamento teatrale dell’omonimo e celebre film, un’operazione non semplice, che comporta sempre cambi scena arditi e fantasiosi, ma anche coraggiose soluzioni per adattare la storia cinematografica ai personaggi realmente presenti sul palco. Impresa operata già in passato, con lusinghiero successo e che ora viene riproposta in una nuova versione, con un cast totalmente rinnovato.

La storia è nota a tutti: chi non ha visto almeno una volta la famosa pellicola realizzata dal regista Camillo Mastrocinque? Con i fratelli Caponi che partono per Milano, in compagnia della loro sorella Lucia, rimasta vedova, per cercare di riportare sulla retta via il nipote Gianni (figlio di Lucia), il quale, innamoratosi di Marisa, una cantante e ballerina, ha lasciato gli studi a Napoli, per restare a fianco della procace fanciulla.

I due fratelli, campagnoli e poco colti, inanellano una serie di gaffes e rischiano di mandare tutto all’aria: per fortuna, il provvidenziale intervento della madre Lucia – che saggiamente capisce come stanno le cose – fa sì che tutto finisca per il meglio.

 

Se la trama del film, e quindi della nostra pièce, è tutto sommato semplice, i contenuti sono veramente esilaranti. Tutta una serie di gags si susseguono senza sosta. Così come le celebri frasi dei due grandi protagonisti.

Antonello Avallone, che interpreta il ruolo di Totò (ovvero Antonio Caponi) è stato molto abile ad esaltare la comicità ai ritmi farseschi che caratterizzano il film, ma anche l’adattamento teatrale da lui curato. La celebre scena di piazza Duomo con il vigile urbano,“noio, vulevan savuar”, è riuscito a ricondurla all’interno del locale in cui si esibisce Marisa; e al posto del vigile ritroviamo un pittoresco usciere in divisa… da “generale”.

In realtà, tutto il lavoro è pervaso da una comicità a volte irresistibile: basti immaginare la scena della preparazione delle valige, o quella della dettatura della lettera; o anche l’apparizione dei due fratelli vestiti da cosacchi, con tanto di colbacco (a Milano fa freddo, tanto freddo, come ha detto l’odiato vicino Capatosta).

Approfittiamo per ricordarne gli autori, Manzari, Anton, Continenza, nell’adattamento di Avallone.

La regia è dello stesso Avallone, che come protagonista si fa apprezzare ancora una volta nella sua trascinante comicità, ma anche il resto cast è di ragguardevole livello, a cominciare da Francesco Tuppo, che ben figura nel ruolo di Peppino Caponi, e da Loredana Martinez, a suo agio nei panni di Lucia Caponi. Accanto a loro, ricordiamo ancora Mario Rosati, Ariela La Stella, Manuela Athena, Ambra Cianfoni e  Giuseppe Tradico.

Nel complesso, uno spettacolo che diverte e allieta il pubblico, grazie anche a interventi cantati e ballati. Le scenografie, funzionali e non semplici da realizzare, sono di Red Bodò, così come i pittoreschi costumi. Insomma, uno spettacolo che vale la pena andare a vedere!

Salvatore Scirè

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giornalista e fotografo – commediografo e regista teatraleLaureato in Giurisprudenza, ha studiato lingue straniere e musica. In campo giornalistico si è occupato di vari temi, ma ha sempre prediletto il reportage geografico, formando testi e foto e pubblicando su importanti testate nazionali.E’ autore di tre libri fotografici: Roma nel cuore (Rizzoli Editore l982, prefazione di Carlo Lizzani) Gargano spettacolo della natura (Ed. Magnus 1987, prefazione di Nantas Salvalaggio) Roma colori del tempo (Il Capitello 1989 - II ediz. 2000 - prefazione di Giulio Andreotti). Ha pubblicato il saggio umoristico Donne... maneggiare con cura! (Liux Edizioni 2012)Da 22 anni scrive per il teatro come commediografo; da 16 anni si occupa anche di regia teatrale. Ha scritto una ventina di commedie, tra cui Professione separata! Ciao papà, ti presento mia madre!Cocktail di scambi; C’è un morto giù in cantina!

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